Lo sforzo ripaga pienamente soltanto quando ci si rifiuta di mollare.
Napoleon Hill
Te lo prometto: quello di oggi sarà un articolo speciale.
Vedremo infatti assieme una storia molto interessante. Un racconto tratto dal grande classico Pensa e arricchisci te stesso.
Uno dei libri cardine della crescita personale.
La storia, come vedremo, è anche attribuita ad un particolare evento storico.
Poche chiacchiere allora. Scopriamo subito di cosa si tratta 😉
Brucia le navi

Molto tempo fa un grande guerriero affrontò una situazione che lo obbligò ad assumere una decisione difficile per assicurarsi il successo in battaglia.
Stava per lanciare il suo modesto esercito contro un nemico potente e che aveva molti più uomini.
Imbarcò le sue truppe, fece vela verso il paese nemico, fece sbarcare i suoi soldati e il loro equipaggiamento, diramando poi l’ordine di bruciare tutte le imbarcazioni.
Rivolgendosi ai suoi uomini prima della battaglia disse loro:
“Vedete bene che le barche sono in fumo. Ciò significa che non possiamo più andarcene vivi da queste sponde se non in caso di vittoria! Non abbiamo scelta: vincere o morire!“
27 anni dopo la scoperta del Nuovo Mondo, nel 1519, il famoso “Conquistador” Hernán Cortés approdò, in nome del re Carlo I di Spagna, sui litorali di Vera Cruz, Penisola dello Yucatan.
Alla testa di un modesto esercito di 500 unità (più 100 marinai), ma comunque determinato a sottomettere l’impero azteco, Cortés adottò questo approccio decisamente drastico (anche se efficace) per motivare i suoi uomini.
Succeed or die.
Vincere o morire.
Vinsero.
Il resto, come si dice, è storia.
Cosa significa “bruciare le navi”

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Nessuno è mai sconfitto fino a quando la sconfitta non viene accettata come realtà.
Napoleon Hill
“Interessante Carlo, bella lezioncina di storia, ma cosa vuol dire tutto questo in concreto?”
Te lo spiego subito.
Seguimi bene 😉
L’urgenza, il pericolo, tutte le situazioni critiche in cui siamo messi spalle al muro, senza alcuna possibilità di fuga, ci spaventano tantissimo. Come negarlo?
Non siamo di certo contenti quando si verificano. Anzi, proviamo giustamente ad evitarle, in ogni modo.
Eppure è proprio in queste situazioni che spesso diamo il meglio di noi stessi, riuscendo a realizzare prestazioni che, sino a poco prima, ritenevamo impossibili.
Pensiamoci un attimo
Nel lavoro, nello sport, nello studio, nelle relazioni. Quante volte ci culliamo sicuri dell’esistenza di un piano B e di una possibilità di fuga? Della presenza delle nostre navi sulle quali salpare alla prima minaccia ravvisata?
Provo a studiare per l’esame. Male che va non mi presento.
Non credo riuscirò a finire di scrivere il libro entro fine anno. C’è sempre l’anno prossimo comunque.
Provo a chiedere al capo un aumento. Se dice No, amen. Almeno ho un lavoro sicuro.
Chiaro come ci comportiamo?
Ogni volta che sappiamo di avere delle navi sulle quali poter salpare in caso di fallimento non sfruttiamo appieno il nostro potenziale. Diventiamo vittime assuefatte di un morbido e rassicurante torpore che altro non fa se non trattenerci nella nostra bolla di immobilismo.
Ora, non vorrei suonare eccessivamente romantico ma è importante mettere in chiaro una cosa.
È dalle sfide che viene forgiato il nostro carattere.
È dalle difficoltà che viene plasmata la nostra forza di volontà.
È dagli scogli della vita che si ottengono gli insegnamenti più preziosi.
Sapere di avere a disposizione un piano di fuga in caso di pericolo ci distrae dal risultato finale.
Finiamo con l’adottare un approccio del tipo: “Io ci provo, poi se va male posso sempre…”.
Non c’è bisogno che ti dica io che una simile predisposizione è un “tantino” limitante.
Quando invece bruciamo le nostre navi, quando siamo costretti in un angolo, totalmente fuori dalla nostra zona di comfort, allora sì, diveniamo veramente in grado di sorprendere noi stessi.
Lascia allora che te lo chieda.
Cosa faresti se, da ora in avanti, a navi bruciate, non potessi più permetterti di fallire?
Quali sarebbero le tue azioni se farcela non fosse più un’alternativa ma un obbligo?
Le domande che ci poniamo danno forma e direzione alla nostra esistenza.
Ricordiamolo sempre.
Un abbraccio,
Carlo

Pensa e arricchisci te stesso. Pubblicato per la prima volta nel 1937, questo libro ha aiutato un’intera generazione a riprendere in mano le redini della propria vita dopo la Grande Depressione. I suoi insegnamenti restano di grande utilità oggi come allora.
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