Dovresti fare in modo che a guidarti sia la paura, tenendola però ben riposta.
Bill Gates
Non c’è bisogno che te lo presenti io: hai già sentito parlare di Bill Gates.
Al di là delle strampalate (e un po’ divertenti) teorie complottiste che lo hanno bersagliato in tempi di pandemia, il fondatore di Microsoft rimane una delle figure che più hanno plasmato l’innovazione tecnologica degli ultimi decenni.
Tra tutti gli aspetti che hanno contribuito al successo imprenditoriale di Bill Gates, quello che mi ha sempre più colpito è quello della cosiddetta “paranoia produttiva“.
Mi spiego.
Negli anni Novanta, con Microsoft ormai speditamente avviata verso il ruolo di leader mondiale nella produzione di software, il caro Bill avrebbe potuto anche stappare lo spumante e celebrare la ormai acquisita invincibilità della propria azienda: nessuno gli avrebbe dato torto.
Eppure, in tutti quegli anni, più che esaltarsi per il raggiunto successo, buona parte del suo tempo era spesa a prendere ossessivamente nota di tutte quelle incognite (dalle cause legali, alla concorrenza, all’evolversi della tecnologia) che in futuro avrebbero potuto compromettere il percorso di crescita di Microsoft, spodestandola dal trono o addirittura causandone il fallimento.
Ma c’è di più.
Bill Gates è anche lo stesso che si è sempre preoccupato di mantenere nelle casse dell’azienda abbastanza liquidità per tirare avanti almeno ulteriori 12 mesi in caso di immediata (e altamente improbabile) assenza di ulteriori entrate.
Chiaro?
Questa è la paranoia produttiva: un atteggiamento di ipervigilanza (con conseguente preparazione) verso tutto ciò che in futuro potrebbe andare storto – se vuoi approfondire l’argomento un’ottima lettura che suggerisco è Great by Choice, di Jim Collins.
Ora, ti ho raccontato questo perché dall’attitudine di Bill Gates possiamo sicuramente ricavare due importanti lezioni:
- La prima è che – per quanto oggi possa apparire economicamente solida la nostra vita – l’imprevedibile rimane in agguato dietro l’angolo. Lo abbiamo visto tutti con lo scoppio della pandemia prima e della guerra in Ucraina dopo.
- La seconda cosa che possiamo imparare è che – proprio per proteggerci dall’imprevedibile – dovremmo sempre avere a disposizione una scorta di liquidità sulla quale poter fare affidamento in caso di emergenza. Una riserva cash in grado di rendere “soffice” la nostra caduta qualora l’inaspettato dovesse farci perdere l’equilibrio.
In questo post capiremo assieme proprio cosa è un fondo di emergenza, e come crearlo.
Continua a leggere 😉
Cosa è un fondo di emergenza
La maturità è la capacità di sopportare l’incertezza.
John Huston Finley
Un fondo di emergenza è un fondo personale che ci permette di far fronte, grazie al suo cuscinetto di liquidità, ad eventi inaspettati e imprevedibili – delle emergenze appunto.
Esempi di emergenza sono:
- Il venir meno della nostra principale fonte di reddito (come è purtroppo successo a molti di noi con lo scoppio della pandemia)
- Un furto
- Un guasto alla macchina
- Una grave situazione medica
- Riparazioni domestiche (a casa mia le mattonelle della cucina sono letteralmente volate in aria da un giorno all’altro)
Tutti questi esempi sono accomunati dalla non controllabilità e dalla non prevedibilità: capitano e basta.
Avere un fondo di emergenza ci permette proprio di mitigare l’impatto che il verificarsi di tali eventi ha sulla qualità della nostra vita. Ci regala, in poche parole, sicurezza. Ma non solo.
Nel momento in cui ci garantiamo la copertura di un piccolo fondo di emergenza, diveniamo anche più liberi di investire il resto dei nostri soldi in maniera molto più aggressiva (in modo da raggiungere il prima possibile i nostri obiettivi finanziari), così come di spenderli consapevolmente dove meglio preferiamo senza per questo provare i classici tentennamenti dettati dai sensi di colpa.
Insomma, guadagniamo non solo in sicurezza ma anche in spensieratezza.
Questi sono i benefici dell’avere un fondo di emergenza.
Sì, ma come crearlo? Scopriamolo subito 😉
Creare un fondo di emergenza – Quanto
Le banconote asciugano le lacrime meglio del fazzoletto.
Antonio Fogazzaro
Il primo passo è quello di stabilire l’esatto ammontare che intendiamo destinare al nostro fondo di emergenza.
Farlo, d’altra parte, è estremamente semplice.
Come prima cosa calcoliamo la somma delle nostre spese mensili essenziali, ossia di tutte quelle spese che – in un contesto di emergenza, nel quale tagliamo via ogni uscita superflua – ci permetterebbero di mettere ogni giorno assieme il pranzo con la cena oltre che di mantenere fede ai nostri obblighi finanziari.
Tipiche spese essenziali sono quindi:
- Affitto o mutuo
- Generi alimentari
- Bollette
- Farmaci
- Utenze telefoniche e Internet
Spese essenziali, in un contesto di emergenza, NON sono:
- Le nuove sneakers Air Jordan
- Videogames
- L’abbonamento in palestra
- Netflix
- Il nuovo smalto per le unghie di Fedez
Insomma, ci siamo capiti.
Calcolato l’ammontare delle nostre inderogabili uscite mensili, moltiplichiamo questo importo per un numero (di mesi) compreso tra 6 e 12.
Non esiste una risposta esatta: la scelta è personale e dipende da quanto vogliamo essere cauti e previdenti.
Chiaramente possiamo tornare sui nostri passi in ogni momento, variando l’importo accantonato in base all’evolversi della situazione geopolitica ed economica.
Ed è proprio quello che faccio io.
Dallo scoppio della pandemia ho deciso di dare massimo spazio alla cautela, estendendo il mio fondo di emergenza a ben 12 mensilità.
Allo stesso tempo mi rendo conto anche che l’ammontare così raccolto è fortemente esposto all’inflazione (di più su questo nel prossimo paragrafo), non escludo quindi di ricondurre tale importo a 8 mensilità (investendo la differenza) non appena capirò che un po’ di cose, lì fuori, vanno migliorando.
Creare un fondo di emergenza – Dove
Cash is King.
Jack Welch
Prima di capire dove tenere il nostro fondo di emergenza vale la pena ribadire un concetto semplice ma estremamente importante:
Creiamo il nostro fondo di emergenza per avere una scorta di liquidità immediata in grado di tutelarci dall’impatto di gravi imprevisti.
Sottolineo nuovamente questo punto perché lì fuori c’è veramente gente che suggerisce di allocare i soldi del fondo di emergenza in azioni, exchange traded funds, crypto (seriamente ragazzi?) e altri strumenti finanziari non solo vincolanti ma anche soggetti alle fluttuazioni del mercato.
Questo penso sia un paradosso madornale, tenuto conto che la finalità del nostro fondo di emergenza è proprio quella di avere dei fondi stabili e ad immediata accessibilità.
Mi segui?
Anche se probabilmente non suona figo come le parole “Bitcoin”, “Tesla”, o “ToTheMoon”, lo strumento migliore sul quale tenere il nostro fondo di emergenza è un semplice, noiosissimo ma perfetto per i nostri scopi, conto deposito.
E se non sai cosa è un conto deposito te lo spiego subito io.
Il conto deposito è il cugino “calmo e parsimonioso” del conto corrente bancario.
A differenza di quest’ultimo non ha finalità operative. Non permette, ad esempio, di eseguire bonifici o di prelevare agli ATM tramite carta. Il fine del conto deposito è unicamente quello del risparmio: frutta interessi, e le sue operazioni si limitano tipicamente a quelle dei soli prelievo e versamento.
Tutto qui.
Caratteristiche di un ottimo conto deposito sono:
- Zero costi di apertura
- Zero costi di mantenimento
- Un buon (per quanto modico) tasso di interesse
- Possibilità di prelievo istantaneo senza commissioni o penalità
- Copertura da parte del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (requisito essenziale)
Non sarò qui a snocciolarti i migliori conti deposito attualmente attivi sul mercato. Sarebbe inutile: le condizioni offerte variano di mese in mese, lascio quindi a te la ricerca.
Personalmente, vivendo in Polonia, tengo molto semplicemente il mio fondo di emergenza sul buon conto deposito associato al conto corrente della mia banca, Millennium Bank.
Prima di andare avanti ci tengo anche a precisare tre punti molto importanti:
- Conosco gente che insegue costantemente il cambio dello “zero virgola” sui tassi di interesse offerti dai depositi. “Carlo ma adesso banca XZY frutta l’1,2% mentre il mio attuale conto deposito frutta solo l’1%. Dovrei cambiare?”. Immaginiamo che in media nel nostro fondo di emergenza siano depositati 10’000 Eur. Abbiamo seriamente intenzione di cambiare ogni tre mesi il nostro conto deposito per avere in tasca 2 Euro in più a distanza di un anno? Tutto questo da farsi aumenta solo il rischio di mismanagement e di incappare in commissioni inaspettate. Insomma, facciamoci furbi: troviamo un buon conto deposito, stiamo fermi lì dove siamo e dedichiamo tempo ed energie a cose veramente importanti.
- L’inflazione c’è e si mangia ogni anno una percentuale dei nostri soldi. Questo è brutto. Sai cos’è ancora più brutto? Dover liquidare per urgenza (e quindi svendere) asset acquistati in una prospettiva di investimento a lungo termine, incorrendo in perdite per decine di migliaia di euro. Mi segui? Nessuno qui dice che l’inflazione non aggredisca il nostro fondo di emergenza, ma è una perdita inevitabile se vogliamo veramente assicurarci quella copertura che solo un fondo a liquidità immediata è in grado di garantire. Creato il nostro fondo di emergenza, ovviamente, sarà meglio investire il resto dei nostri risparmi per proteggerlo dall’inflazione.
- Per la serie “la previdenza non è mai troppa”, suggerisco anche di tenere una piccola parte del nostro fondo di emergenza direttamente in contanti. Se domani (facendo corna) per un qualsiasi motivo – da attacchi hacker a guasti informatici – non dovessimo avere momentaneo accesso ai nostri soldi depositati in banca, avremmo comunque di che andare avanti fino a quando gli imprevisti tecnici non saranno rientrati.
Creare un fondo di emergenza – Come
C’è più difficoltà a risparmiare denaro quando è tanto che quando è poco.
Anonimo
Beh, sarò schietto su questo.
Non ci sono segreti, trucchi magici o rapide scorciatoie.
La verità è che per creare un fondo di emergenza dobbiamo solo fare affidamento sulle due famose sorelle: costanza e perseveranza.
In questo paragrafo condividerò con te solo tre piccole tips che mi hanno fortemente agevolato nel processo di costruzione del mio fondo di emergenza.
- Automatizza. Ne abbiamo già parlato: l’essere umano è, per propria indole, incline a scegliere il percorso di minor resistenza. Rinviamo il peso della fatica, procrastiniamo scelte ardue ma necessarie, scegliamo di spendere piuttosto che di risparmiare. Il risultato, troppo spesso, è dunque l’assenza di cambiamento. Ma allora perché, conoscendoci, non sfruttiamo a nostro vantaggio questa nostre indole? Perché non eliminiamo il processo decisionale ogni volta che desideriamo accantonare una determinata somma? Per farlo dobbiamo semplicemente automatizzare il modo in cui risparmiamo in modo che, ad ogni inizio mese, sia eseguito un trasferimento automatico dal nostro conto corrente verso il nostro fondo di emergenza. L’unica cosa che vedremo in questo modo (al riparo da ogni sofferto processo decisionale) sarà solo il nostro conto deposito crescere di mese in mese.
- Fraziona. Roma non è stata costruita in un giorno, e anche per costruire il nostro fondo di emergenza potrebbe volerci mesi, se non addirittura anni. Di fronte ad un obiettivo ancora distante e lontano nel tempo la tentazione (dopo una immancabile partenza in quinta) diventa però quella di mollare la presa. La meta è ancora lontana e gli ostacoli lungo il percorso (tentazioni, debiti, spese impreviste) appaiono insormontabili. Proprio per questo motivo dovremmo sempre scomporre il nostro obiettivo di lungo termine in tappe intermedie. Piccoli bocconi che, una volta raggiunti, restituiranno significato ai nostri sforzi e senso di controllo alla nostra mente.
- Accelera. Per costruire il nostro fondo di emergenza non dobbiamo solo fare affidamento sulla busta paga mensile. Molte entrate secondarie si aprono nel momento in cui sposiamo una filosofia di spesa consapevole. Un approccio ai soldi in cui tagliamo al massimo le spese superflue e indirizziamo i soldi così ottenuti su quanto per noi veramente importante. In questo post ho condiviso con te come ho risparmiato (e continuo a risparmiare) centinaia di Euro ogni mese.
Conclusioni
Lo riconosco: questo post è stato un po’ più lunghetto degli altri.
Ho cercato di essere esaustivo e di darti tutte le informazione necessarie per aiutarti a creare il tuo fondo di emergenza.
Spero dunque ti sarà utile.
Noi ci leggiamo negli altri articoli del blog.
Un abbraccio,
Carlo
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