Per evitare le critiche non fare niente, non dire niente, non essere niente.
Aristotele
Coraggio. Lo sa bene ognuno di noi.
La verità è che siamo ancora in troppi, lì fuori, a cercare ed inseguire ogni santo giorno l’approvazione degli altri.
Già. Proprio così.
Cerchiamo il benestare di chi ci circonda.
Bramiamo la convalida del gruppo.
Sentiamo la pressione del doverci adeguare (in modo del tutto passivo) a opinioni, preferenze e comportamenti socialmente ben accetti, così da non destare perplessità in chi ci guarda, osserva oppure ascolta..
Una tendenza comportamentale, la nostra, divenuta straordinariamente visibile con l’avvento dei social.
Ci siamo abituati a dipendere dai like, dai cuoricini e da tutte quelle vanity metrics in grado di farci sentire apprezzati dagli altri.
Ci siamo assuefatti a quel plauso digitale in grado di farci (illusoriamente) sentire ben voluti dalle altre persone.
Viceversa, abbiamo la profonda paura del rifiuto sociale. Di non ottenere l’approvazione di chi chi osserva così come di incorrere in critiche e giudizi negativi.
Ci ritroviamo in queste righe, vero?
Ma qui viene il bello.
(Leggi bene)
Tutto questo, paradossalmente, è normale.
Hai capito bene.
Fa parte del modo in cui siamo stati programmati da Madre Natura, come ti sto per spiegare adesso 😉
Istinti primordiali
Credendo a se stesso, l’uomo si espone sempre al giudizio della gente. Credendo agli altri ha sempre l’approvazione di chi lo circonda.
Lev Tolstoj
La nostra costante ricerca dell’approvazione altrui ha radici ben lontane.
Si tratta di un potentissimo meccanismo neurobiologico che – plasmato da centinaia di migliaia di anni di evoluzione naturale – ha permesso ai nostri antenati di sopravvivere nelle savane.
Sarò più preciso.
Dimostrarsi sensibili verso le aspettative degli altri ed essere accettati all’interno di un gruppo ha rappresentato per i nostri progenitori un fattore critico di sopravvivenza.
Chi evitava situazioni di confitto, stava buono e faceva la sua onesta parte all’interno del gruppo scongiurava ogni possibile allontanamento dalla comunità.
Un’esclusione che avrebbe drammaticamente compromesso le possibilità di sopravvivenza dell’individuo, ormai solo, esposto alla furia degli elementi e facile preda di belve fameliche.
Chiaro? Bene, torniamo ad oggi.
Anche se non siamo più inseguiti da tigri dai denti a sciabola, la nostra struttura cerebrale è praticamente rimasta immutata da quando vivevamo nelle savane, ed è per questo che il nostro istinto di ricerca dell’approvazione degli altri è ancora ben presente.
Ma se risultava utile millenni or sono per i nostri antenati, oggi non lo è più.
Anzi, diventa parecchio limitante, come stiamo per vedere 😉
Oltre la saggezza convenzionale
Ogni visionario è stato ridicolizzato prima di essere osannato.
Robin Sharma
Sarò sincero.
Scrivendo questo articolo ho pensato molto ad Elon Musk. L’imprenditore visionario della cui bellissima biografia avevamo già parlato proprio in questo ricco post.
Elon Musk, attraverso le sue aziende, ha apportato incredibili innovazioni in settori anche molto diversi tra loro. Da quello bancario, a quello aerospaziale per arrivare sino alle vetture elettriche (Paypal, SpaceX e Tesla suonano una campanella? 😉 ).
Dalla biografia emerge come anche lui (come tanti altri prima di farcela) sia stato ridicolizzato, schernito, ostacolato e preso per matto.
Ha sopportato momenti di estrema pressione psicologica.
E oggi?
Beh. Oggi è un imprenditore affermato ed uno degli uomini più ricchi del pianeta.
Una delle menti più brillanti del nostro tempo ed una delle pochissime che (a differenza dei vari Zuckerberg lì fuori, impegnati solo a farci cliccare più ads) sta concretamente segnando autentici punti di svolta nello sviluppo dell’umanità intera.
By Heisenberg Media [CC BY 2.0 ], via Wikimedia Commons
Dove voglio arrivare con questo esempio?
Te lo spiego subito.
Paura del cambiamento
Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono.
Poi vinci.
Gandhi
Teniamo bene in mente questa semplice verità: ogni volta che avremo una buona idea e desidereremo portarla alla luce, ci saranno sempre loro.
Esatto, parlo proprio di loro.
Mi riferisco a tutte quelle persone che ci diranno che non è possibile, ci derideranno e – se è il caso – ci ostacoleranno pure.
Teniamo bene a mente che le innovazioni (quale che sia la loro portata) modificano i mercati, le società, le abitudini, lo status quo.
Questo incute sempre timore, paura, avversione. Alle volte addirittura odio.
Il punto è che la natura umana è avversa al cambiamento.
L’uomo ha paura dell’ignoto ed ha una innata tendenza a preservare lo stato delle cose attuali. A rifugiarsi in quello che già conosce e che ha sempre funzionato.
Teniamolo sempre a mente.
Ma oltre questo c’è un’altro (importantissimo) fattore da considerare.
Perché tu sì e io no?
Quelli che non sono capaci di costruire finiscono per dare fuoco alla cose. È una verità antica come la storia…
Ray Bradbury – Fahrnenheit 451
La gente ci darà addosso non solo perché teme il cambiamento, ma anche per un’altra semplice ragione.
I nostri tentativi di portare la nostra vita ad un livello superiore fanno sentire gli altri colpevoli.
Sì. Hai letto bene.
Ad un profondo livello interiore (e probabilmente senza nemmeno rendersene conto) chi ci guarda prendere in mano le redini della nostra vita e agire per cambiare le cose prova un forte senso di disagio di fronte all’idea del proprio potenziale inespresso.
Non dimentichiamolo mai.
Chi mira con determinazione a raggiungere risultati oltre la media andrà sempre incontro alla disapprovazione degli altri, dove con “gli altri” mi riferisco ovviamente a chi si culla beato in mezzo a troppa televisione, gossip, giochini su app colorate e cazzeggio vario.
Mi riferisco a chi si lascia trascinare per inerzia dagli eventi della vita e da amicizie superficiali, vivendo alla giornata sulla base di slogan come “Tanto c’è crisi. Non si può fare niente”, rimanendo ben chiuso nella propria zona di comfort e non ottenendo alcun risultato rilevante.
Per gli haters è infatti molto più facile rimanere a bordo campo e criticare chi prova a giocarsela, piuttosto che provare loro stessi ad assumere quelle giuste (ma scomode) abitudini che spianano la via verso un salto di qualità.
Dobbiamo essere consapevoli di questo lato della natura umana.
Dobbiamo tenere sempre a mente che più ci esporremo al di fuori della comune normalità più attireremo addosso critiche e giudizi.
Accettiamolo e non permettiamo che ciò ci faccia desistere.
Il bello verrà dopo.
Quando la bontà di un’idea innovativa è accertata e la sua capacità di generare valore è riconosciuta, chi sino a poco prima è stato odiato diviene all’improvviso un simbolo di successo ed eccellenza.
Allo stesso Edison (un esempio su tutti) hanno dato addosso (e non di poco), ma come vediamo oggi la lampadina è presente in ogni casa ed Edison è osannato come un modello di successo.
Come smettere
Puoi essere un innovatore. Puoi essere apprezzato da tutti. Non puoi essere entrambe le cose.
Robin Sharma
A mio avviso il modo migliore per smettere di cercare l’approvazione del gruppo è quello di comprendere le dinamiche che si nascondono dietro la nostra paura del giudizio degli altri.
E attraverso questo post abbiamo compreso una cosa molto importante.
Le critiche arriveranno sempre e comunque, specialmente da persone che della propria vita non stanno facendo una beata mazza.
Ma vai a correre ogni mattina, sei pazzo?
Finire gli studi? Tanto la laurea non conta più niente
Avere più soldi? Lo sanno tutti che i ricchi sono tutti farabutti e arroganti. Non vorrai diventare come loro?
Ricordiamoci che saremo sempre criticati non da persone che stanno facendo più di noi. Saremo criticati da quelli che stanno facendo meno.
Accettiamolo sin da subito perché questo è il modo migliore per non esserne poi sorpresi e demoralizzati.
Impariamo a distinguere feedback onesti e genuini (pochi e da gente che si è già distinta nella vita) da quella moltitudine di critiche dettate dalla paura che possiamo veramente farcela.
E perseveriamo quindi.
Manteniamo le nostre abitudini e il nostro focus.
Concludendo
La scelta è nostra.
Possiamo rimanere al sicuro nella nostra zona di comfort. Possiamo fare quello che fanno le persone comuni e godere dell’approvazione degli altri.
Possiamo assecondare il pensiero comune e lasciarci guidare per inerzia dagli eventi della vita.
O possiamo osare.
Possiamo sfidare la saggezza convenzionale.
Possiamo stabilire degli obiettivi che vadano oltre la media, e agire per conseguirli.
Possiamo fare quello che le persone comuni non fanno, essendo consapevoli che questo attirerà prima mugugni, poi critiche se non addirittura odio da parte degli altri.
Quando i risultati arriveranno i nostri sforzi saranno però riconosciuti e la nostra tenacia sarà premiata.
A noi la decisione.
Ci leggiamo al prossimo articolo.
Un abbraccio
Carlo
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