Esco. Vado a prendere una boccata d’ansia.

(Anonimo)

Coraggio. Dimmi che non è vero.

Ognuno di noi prova sempre un po’ di ansia prima di un evento importante.

Che si tratti dell’esame di laurea, della presentazione di un progetto importante o di una competizione sportiva, tutti – in misura maggiore o minore – proviamo certe emozioni all’avvicinarsi del grande evento.

Nella maggior parte dei casi, però, cosa facciamo? Come reagiamo a questa nostra ansia da prestazione?

Semplice.

Cerchiamo di sopprimere questa emozione. Tentiamo di nasconderla agli altri e (soprattutto) a noi stessi.

Lasciami subito dire che ragione per cui ci comportiamo in questo modo è anche ben comprensibile.

L’ansia non gode certo di una buona reputazione.

Come dimostra la scienza, l’ansia diminuisce la nostra memoria e la nostra capacità di processare informazioni, rischiando così di compromettere la performance finale.

Quale soluzione più giusta, dunque, se non di quella di cercare di sopprimere totalmente il nostro stato ansioso?

Quale rimedio migliore se non quello di chiuderlo in un cassetto e provare ad ignorarlo?

Beh, a dire la verità qualcosa di meglio si può fare 😉

 

Due facce della stessa medaglia

La gente non è disturbata dalle cose in sé, ma dall’opinione che ha di esse.

Epiteto

Un interessantissimo studio della Harvard Business School ha dimostrato come rivalutare il nostro stato ansioso in termini di entusiasmo sia, a conti fatti, la soluzione migliore per aumentare il nostro rendimento finale.

Mi spiego.

Ansia ed entusiasmo hanno effetto opposti sulla nostra performance: l’ansia pregiudica la performance, l’entusiasmo la migliora. Niente di nuovo fin qui.

Ma ansia ed entusiasmo rappresentano anche due facce della stessa medaglia.

Pur producendo effetti profondamente divergenti sull’esito della prestazione, l’esperienza percepita a livello corporeo è, al contrario, abbastanza simile.

Sia ansia che entusiasmo sono avvertiti in anticipo sugli eventi e sono caratterizzati da un’eccitazione elevata, e se ci pensiamo bene, le sensazioni che proviamo a livello corporeo prima di un evento importante (tremore delle mani, battito cardiaco accelerato, viso caldo e arrossato, ecc. ) sono in realtà neutre.

Scatenano in noi determinate reazioni comportamentali sulla base del filtro attraverso il quale scegliamo di leggerle.

Pensiamo, ad esempio, a tutte quelle volte in cui il cuore ha cominciato a batterci più forte solo perché fossimo arrabbiati o innamorati. Stessa sensazione corporea. Interpretazione degli eventi (e risposta comportamentale) diametralmente opposta.

Mi segui?

Perché, dunque, quando avvertiamo ansia prima di un evento importante non proviamo ad attribuire alle nostre sensazioni corporee un significato a noi favorevole?

Perché, al posto di cedere al panico nella convinzione che stiamo perdendo il controllo di noi stessi, non cambiamo semplicemente prospettiva?

E si tratta proprio di quello che stiamo per vedere meglio adesso 😉

 

Judo verbale

Le nostre credenze orientano la risposta dell’organismo.

Pietro Trabucchi – Resisto dunque sono

Facciamo dunque questo.

La prossima volta che entreremo in uno stato di ansia e agitazione prima di un evento importante, non logoriamo energie tentando di sopprimere le nostre emozioni.

  • Niente “Keep calm”
  • Niente “Rilassati”
  • Niente “Ahò. Sta’ bono”

La scienza ha dimostrato come tentare di sopprimere questo nostro stato d’animo interiore sia decisamente poco efficace (oltre che di difficile attuazione) data proprio l’intensità delle emozioni che stiamo provando.

Ogni volta che ci comportiamo così confermiamo infatti a noi stessi che qualcosa non sta andando nel senso giusto, e questo suscita solo ulteriore panico.

Facciamo invece qualcos’altro.

Come nel judo, quando si usa la spinta in avanti dell’avversario che ci attacca per fargli perdere l’equilibrio e mandarlo a terra, proviamo ad indirizzare la spinta corporea dell’ansia nella direzione da noi desiderata attraverso un semplice dialogo interiore.

Usiamo frasi come:

È normale che io mi senta così. Il mio corpo e la mia mente si stanno preparando ad un evento importante.

Quello che provo è entusiasmo per la sfida che mi aspetta.

 

Conclusioni

Questa semplicissima tecnica si è dimostrata in grado di produrre performance superiori rispetto a chi tenta di sopprimere il proprio stato di ansia con frasi comuni del tipo “Rilassati” o Mantieni la calma”.

Oltre alle prove scientifiche della ricerca della HBS, nel libro Peak Performance è anche ben esposto come questa tecnica sia adoperata da molti atleti di élite mondiale.

Come noi, anche i grandi atleti avvertono emozioni di ansia ed agitazione prima di una gara.

Ma a differenza dei principianti, gli atleti professionisti sono in grado in incanalare queste emozioni lungo una direzione positiva, facendo leva su di esse per produrre grandi prestazioni.

“E normale che io sia così.

Provo entusiasmo per la gara che mi aspetta”

Teniamone conto quando saremo in ansia da esame o poco prima di tenere la nostra prossima presentazione in pubblico 😉

Noi ci leggiamo al prossimo articolo.

Un abbraccio,

Carlo

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