L’istruzione è l’arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo.

Nelson Mandela

Lo avrai notato. Più volte, in questo blog,  siamo tornati su un aspetto molto importante.

Abbiamo visto come le università siano molto più di un semplice elenco di esami: i nostri anni accademici condensano in realtà una miniera di occasioni. Possibilità che si estendono ben oltre le aule accademiche, e che sono liberamente a disposizione di chiunque voglia coglierle.

Progetti Erasmus, associazionismo studentesco, contratti di lavoro con lo stesso ateneo, corsi di lingua straniera, convegni e seminari, programmi di accoglienza alle matricole, workshop di imprenditorialità, incubatori di Start-up.

Questi e mille altri percorsi non convenzionali che permettono ad uno studente di sottrarsi alla trappola del topo universitario, e di crescere sia umanamente che professionalmente.

Sarò sincero su questo.

Personalmente rimango del parere che proprio durante gli anni universitari si definisca buona parte della persona che saremo in futuro, ed è proprio per questo che dovremmo cercare sempre di trarne il massimo.

Detto questo, gli esami vanno pur sempre superati e se vogliamo conseguire la tanto desiderata laurea non possiamo permetterci di trascurarli.

In questo articolo ti mostrerò dunque le 5 migliori strategie per superare un esame universitario. Tutte ovviamente apprese e testate in prima persona proprio durante i miei anni da studente 😉

Scopriamole subito assieme.

 

Tecnica del pomodoro

L’attenzione è la principale delle scommesse.

Giancarlo Modarelli

La più famosa.

La regina delle tecniche di produttività, nel lavoro così come nello studio. La sto adoperando in fondo anche adesso, per la stesura di questo articolo 😉

Parlo ovviamente della celebre tecnica del pomodoro.

Un approccio alla produttività basato su un concetto molto semplice: per trarre il massimo dai nostri pomeriggi di studio dobbiamo imparare ad alternare momenti di assoluta concentrazione a momenti di assoluto riposo.

Ecco quindi, molto brevemente, cosa fare:

  1. Prendiamo un timer, e impostiamolo per suonare dopo 25 minuti.
  2. Cominciamo a studiare senza se e senza ma, in uno stato di DEEP FOCUS, allontanando ogni distrazione.
  3. Suonato il timer riposiamoci e godiamoci 5 minuti di pausa (questo vuol dire VERA PAUSA: niente Instagram o Facebook. Beviamo un po’ d’acqua piuttosto, o mangiamo un frutto. In poche parole: DEEP REST)
  4. Ricominciamo con una nuova sessione di 25 minuti in uno stato di DEEP FOCUS, e così via.

Ogni sessione di 25 minuti prende il nome di pomodoro, e sei curioso di sapere il perché ho dedicato a questa tecnica un intero articolo proprio per la sua fondamentale importanza.

Lì troverai ogni approfondimento 😉

Ti consiglio di leggerlo tutto e soprattutto di applicare questa tecnica. Segnerà una svolta nel tuo modo di studiare.

 

Mastermind Group

La solitudine esalta le qualità, la frequentazione delle compagnie i difetti dell’uomo.

Alessandro Morandotti

Ti dirò la verità. Non mi è mai particolarmente piaciuto studiare in gruppo.

Rimango infatti del parere che ognuno di noi sia unico nei propri tempi e nel proprio approccio allo studio.

Tra di noi ci sarà sempre chi avrà bisogno di approfondire certi passaggi, mentre riuscirà ad andare più spedito in altri.

Non parliamo poi delle distrazioni e dei nullafacenti.

Nelle mie esperienze di studio in gruppo c’è sempre stato il fannullone di turno pronto a rullarsi il drummino, posare i piedi sul tavolo e avviare – durate lo studio – conversazioni del cavolo.

Gente che non si sa perché sia iscritta all’università, e che si siede lì accanto a te sperando che nella testa gli entri per osmosi qualche briciolo di conoscenza.

Lo metto quindi subito in chiaro: meglio studiare sempre il grosso della materia da soli.

Allo stesso tempo ho indubbiamente trovato molto utili quelli che chiamo i Mastermind Group.

Gruppi di studio, organizzati con colleghi seri, della durata solitamente di un pomeriggio o due, nelle settimane precedenti l’esame.

Sessioni di confronto organizzate con persone ben avviate nello studio della materia, e pronte a colmare le rispettive lacune.

Per me e i miei colleghi a Palermo questi Mastermind hanno rappresentato col tempo un appuntamento fisso. E gli esami, poi, ci hanno sempre premiato 😉

 

Domande d’esame

I perdenti reagiscono. I vincenti anticipano.

Tony Robbins

C’è una cosa di cui probabilmente ti sei già accorto: in ogni sessione di esami,  l’80% delle volte si ripresenta lo stesso identico 20% di domande.

Sì, esatto. Si tratta dell’applicazione in ambito universitario del famoso principio di Pareto.

Principio in base al quale una ristretta minoranza di cause (una piccola parte dell’intero programma della materia) è in grado di regalare larga parte del risultato finale (un esame superato con ottimi voti).

Come comportarci dunque?

Un’ottima strategia per arrivare preparati all’appuntamento con l’esame è quella di prendere nota delle domande più poste dal docente.

Possiamo chiedere sui gruppi Facebook di facoltà, o magari anche offrire un caffè a qualche collega fresco di esame e farci una bella chiacchierata su come sia andata.

Altre volte mi sono semplicemente appollaiato – munito di carta e penna – davanti la stanza del docente durante una delle sessioni di esami precedenti la mia. Prendevo quindi nota da ogni collega appena uscito dalla stanza, ancora fresco di adrenalina da esame.

Sono così riuscito a non farmi mai cogliere di sorpresa da domande inaspettate, e a capire quali fossero gli argomenti che stessero più a cuore al docente.

Raggiungevo così il mio obiettivo: massimo risultato all’esame col minimo sforzo 😉

 

Specchio specchio delle mie brame

La vita è come uno specchio: ti sorride se la guardi sorridendo.

Jim Morrison

Ti dirò un segreto.

Molti miei colleghi hanno sempre temuto gli esami orali. Ne avevano un’irrefrenabile paura.

A me d’altra parte le interrogazioni ed i colloqui col docente sono sempre piaciuti. E il motivo è anche semplice.

Ero abile nella dialettica.

Pur essendo (allora come oggi) caratterialmente introverso mi scoprivo, durante l’esame, abile nell’esposizione degli argomenti.

Talento naturale?

Assolutamente no!

Solo tanta pratica.

E da qui il mio suggerimento:

Ripetere a casa davanti allo specchio è un’ottima tecnica per avere una chiara visione di noi stessi durante la spiegazione.

Vedremo così in che misura siamo in grado di mostrarci sicuri di noi stessi, e con quanta fluidità e padronanza riusciamo ad esporre gli argomenti.

E non finisce qui.

Più volte, durante un esame, mi è capitato di cominciare sicuro e spedito l’esposizione di un argomento che, in realtà, non avevo studiato per niente in modo approfondito.

Fortunatamente poco dopo ero interrotto dal docente con “Va bene dai, questo lo sai, passiamo ad altro”.

Insomma, una buona dose di ostentata sicurezza ci può anche salvare, alle volte, da situazioni scomode 😉

Lavoriamo quindi sul nostro linguaggio del corpo: ripetiamo davanti lo specchio.

 

Superiamo l’ansia

L’uomo che si agita fa scoppiare di risate gli angeli.

William Shakespeare

Lo sa bene ognuno di noi: tutti proviamo un po’ d’ansia prima di un evento importante.

E nella categoria evento importante rientrano, ovviamente, anche gli esami.

Cosa facciamo però in questi casi?

Cerchiamo di sopprimere questa emozione.

Ci diciamo “Stai calmo”, “Sta ‘bono”, “Non ti innervosire”, e così via.

Non è forse vero? 😉

Ebbene ti dirò una cosa.

Un sorprendente studio della Harvard Business School ha dimostrato come questo approccio sia decisamente poco efficace. Le emozioni che stiamo provando sono troppo forti per essere represse a comando.

Ma c’è di più.

Lo stesso studio ha anche suggerito come sia molto meglio accettare queste emozioni e rivalutarle in chiave positiva.

Mi spiego.

Ansia ed entusiasmo rappresentano due facce della stessa medaglia.

Sono entrambe avvertite in anticipo rispetto all’evento e caratterizzate, usando la terminologia scientifica, da una “high arousal“, ossia da un’eccitazione elevata.

Entrambe ci danno le medesime risposte fisiologiche (battito cardiaco accelerato, respiro più veloce, mani che tremano, ecc.)

E qui arriviamo al punto.

Possiamo incanalare le emozioni di per sé neutre dell’ansia lungo il sentiero dell’entusiasmo. E lo possiamo fare attraverso un semplice dialogo interiore.

“È normale che io sia così. Il mio corpo si prepara ad un evento importante: provo entusiasmo”.

Si tratta di una tecnica ormai impiegata da molti atleti di élite mondiale per gestire l’ansia prima di eventi importanti.

Come prima cosa impariamo dunque ad accettare l’ansia, senza tentare di reprimerla.

Proviamo quindi ad incanalarla lungo il sentiero dell’entusiasmo per la prova che ci attende 😉

 

Conclusioni

Bene, qui chiudiamo l’articolo che già si è fatto lunghino.

Spero queste tecniche saranno utili per te almeno quanto lo sono state per me.

Se ne conosci altre condividile pure con noi nei commenti.

Buono studio e in bocca al lupo 😉

Carlo

 

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