L’umanità si prende troppo sul serio. E il peccato originale del mondo.

Se l’uomo delle caverne avesse saputo ridere la storia avrebbe seguito un altro corso.

Oscar Wilde

Ebbene sì. Lo confesso.

Ne ho fatte tante.

Ne faccio – ogni tanto – ancora.

Probabilmente continuerò a farne.

Di che parlo? Parlo delle figuracce e delle figure di me…lma 😉

 

Capitano a tutti

Più volte in questo blog abbiamo chiarito un semplice quanto importante aspetto.

Errori, fallimenti e – perché no – anche le brutte figure fanno parte della vita. Sul serio, c’è poco da fare.

Sono parte della nostra storia di esseri umani.

Sono possibili già per il solo fatto che siamo vivi, respiriamo ed ogni giorno ci mettiamo all’opera per fare accadere tante cose buone.

Cosa ci potrà essere successo quindi?

Abbiamo fatto una battuta fuori luogo (accolta da imbarazzato silenzio dei presenti)?

Siamo inciampati maldestramente davanti a tutti durante l’uscita da scuola?

Siamo stati autori di un clamoroso scivolone grammaticale?

La tipa che ci piace ci ha dato due di picche davanti ai nostri amici?

Ti dirò una cosa.

In tutti questi casi la nostra interpretazione degli eventi potrà essere molto differente. In particolare, queste magre figure potranno rappresentare per alcuni di noi dei pesanti blocchi psicologici. Dei macigni che tormenteranno il cervello per parecchio tempo.

E adesso ti spiego subito il perché.

 

Io Ipertrofico

Pensiamoci un attimo.

Un tempo i pericoli veri che l’essere umano doveva affrontare erano quasi esclusivamente problemi fisici e ambientali: animali selvatici, temperature polari, tigri dai denti a sciabola, serpenti velenosi, e così via.

Insomma. Qualcosa di tangibile e realmente esistente.

Poi è cambiato qualcosa.

Ci siamo evoluti. Ci siamo civilizzati.

Quando l’essere umano si è civilizzato, ha eliminato i pericoli fisici dell’ambiente ma ha creato dei nemici ben più pericolosi dentro il suo cervello.

Giulio Giacobbe. Come smettere di farsi le seghe mentali e godersi la vita

E oggi succede proprio questo. Non siamo più inseguiti dalle tigri (almeno non in Italia che io sappia), ma il nostro cervello entra comunque in allarme ogni volta che avverte minacciate tante altre cose invisibili.

Il nostro conto in banca, i voti alti all’università, la serie A, i followers su Instagram, ed in particolare un’altra cosa.

Il nostro Ego.

L’onore e la reputazione sociale dei quali amiamo tanto circondarci.

Anche l’Ego – come tutti gli altri – rappresenta niente più che un’estensione del nostro “Io fisico”.

Non costituisce alcunché di concreto, ma è comunque in grado di procurarci un grande allarme ogni volta che viene minacciato, ad esempio, da una figuraccia.

 

Autoironia

L’ironia è quella cosa che ti insegna a buttarla sul ridere anziché buttarti a terra.

M. Licenza

E qui veniamo al dunque.

Posso dirti subito che nella mia giovane vita ho imparato a guardare con sospetto le persone che si prendono troppo sul serio.

Mi riferisco a tutti quei soggetti che hanno una malsana convinzione della propria importanza, e che si cullano forti dell’impeccabile immagine attorno ai quali hanno costruito il riflesso della propria persona.

Ma si tratta anche di quelle persone che cascano male e rimuginano su qualcosa per mesi quando inevitabilmente commettono brutte figure.

La loro irreprensibile immagine ne risulta scalfita e il loro ego mortalmente ferito (e lo so perché anche io ero una di queste persone).

Chi si prende troppo sul serio dimentica però una cosa:

Quando una persona non sa più ridere di se stesso, è il momento per gli altri di ridere di lui.

Thomas Szasz

Il senso dell’umorismo è un grandissimo fattore di resilienza.

È quella bellissima cosa che ci ricorda che siamo essere umani e che siamo fatti di carne e ossa. Abbiamo pregi e difetti. Oltre a fare tante cose buone commettiamo, ogni tanto, anche errori e figuracce maldestre.

Esatto. Proprio così.

Siamo esseri mortali, e il fatto di compiere errori (anche imbarazzanti) è una cosa che prima o poi, stiamone certi, capita a tutti.

Che altro possiamo fare quindi se non accettare questa nostra natura, imparare la lezione e – perché no – prenderla anche con umorismo?

Ti dirò di più.

Condividiamo le nostre vulnerabilità.

Non nascondiamole.

Mostriamo agli altri che riconosciamo e accettiamo i nostri limiti. Questo non genererà critiche (al contrario di quanto molti di noi temono). Darà piuttosto luogo ad empatia, vicinanza, immedesimazione da parte di tutte quelle persone che si ritroveranno nelle nostre stesse vicissitudini.

Nulla unisce le persone più di un imbarazzo condiviso.

Marc Randolph. Non funzionerà mai

Sarà proprio questa nuova predisposizione mentale a far diventare le brutte figure da pesanti macigni psicologici a briciole di pane che nel giro di mezz’ora saranno già cadute nel dimenticatoio.

Chiaro.

Non possiamo permetterci di fare figure di me#da in continuazione e fregarcene delle conseguenze facendoci una risata su.

Questo vorrebbe dire disconoscere la realtà, e non è assolutamente il messaggio che voglio lasciare passare.

Il mio è un invito ad avere un Ego ed un carisma grandi quanto una montagna quando si tratta di rispettare i nostri valori, il nostro credo e le nostre più autentiche ambizioni.

Il mio è anche un invito, però, a ristrutturare la reale portata della nostra persona e delle nostre azioni (lasciando che l’Ego torni piccolo piccolo) ogni volta che andremo incontro ad errori maldestri.

In tutti quei momenti accettiamo con autoironia la nostra fallibilità, impariamo la lezione e rimettiamoci in piedi continuando la nostra vita con un sorriso spontaneo.

In fondo guardiamoci intorno.

Siamo ancora vivi. Respiriamo. Il sole continua a lavorare alto sopra di noi e la vita su questo pianeta va avanti come sempre.

Niente di tangibile o concreto è successo. Gli unici problemi si creano nella nostra testa.

Prima accetteremo la nostra fallibilità prima riusciremo a vedere le magre figure per quello che realmente sono: episodi di vita che, per quanto sgradevoli e amari, portano con sé esperienza e consapevolezza.

 

Conclusioni

Bene. Penso di essere stato chiaro.

Spero che queste nuove riflessioni saranno di supporto per te almeno quanto lo sono state (e continuano ancora ad esserlo ogni giorno) per me.

Se il post ti ha aiutato fammelo sapere su Instagram. Mi farebbe veramente piacere.

Ti saluto augurandoti un futuro denso di carisma, ambiziosi traguardi, e anche tanta autoironia 😉

Un abbraccio,

Carlo

 

Come smettere di farsi le seghe mentali e godersi la vita. Dal titolo, come dice l’autore, questo libro sembrerebbe una “belinata”. Eppure ha dei contenuti estremamente seri, pur sempre raccontanti in maniera divertente ed originale. Lettura veramente consigliata

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Main Pic by Alex E. Proimos