L’unica costante della vita è il cambiamento.
Buddha
Oggi scopriremo una metafora molto famosa in tema di innovazione e cambiamento.
Un facile esempio che ci aiuterà a comprendere quanto sia importante armarci di responsabilità in contesti di incertezza, adottando per tempo nuove decisioni che consentiranno di prosperare in un mondo in costante evoluzione.
Mi riferisco alla metafora della rana bollita.
Scopriamo nel dettaglio di cosa si tratta 😉
La metafora della rana bollita
Non è la più forte delle specie che sopravvive, né la più intelligente, ma quella più reattiva ai cambiamenti.
Charles Darwin
Ipotizziamo questa scena: immaginiamo di prendere una povera rana e di porla in una pentola piena d’acqua bollente.
Cosa succederebbe?
Coraggio: la rana, istintivamente, balzerebbe subito via per mettersi in salvo. Fin qui niente di nuovo.
Ma ipotizziamo ora quest’altra scena. Immaginiamo di prendere la rana e di porla – invece – in una pentola con acqua a temperatura ambiente.
La rana si troverebbe a proprio agio in quella situazione, e starebbe tranquillamente ferma.
Se dovessimo girare a poco a poco la manopola del fuoco, innalzando lievemente la temperatura dell’acqua, la rana non si muoverebbe comunque di un centimetro: adeguerà il proprio corpo a quel nuovo piccolo (e quasi impercettibile) aumento di temperatura.
Aumentando il calore di un altro poco il comportamento della rana non cambierà.
Attimo dopo attimo continuerà ad adeguarsi.
Il tutto potrà andare avanti fino al punto di non ritorno: una soglia del calore fatale.
Le gambe a quel punto saranno ormai deboli e la rana non potrà più tirarsi fuori da una situazione divenuta per lei mortalmente pericolosa.
Qui sotto un video esplicativo 😉
Chiaro?
Ma cosa ci insegna tutto questo? Come si riflette nella nostra vita?
Scopriamolo assieme con qualche esempio 😉 ⇓
Esempio 1 – Business
L’intelligenza è la capacità di adattarsi al cambiamento.
Stephen Hawking
Immaginiamo di possedere una piccola e accogliente libreria in centro.
Tra i nostri clienti figurano non solo gli abitanti del quartiere, ma anche sporadici acquirenti che – passando lì per caso – comprano qualcosa.
Un giorno cominciamo a sentire in televisione nuove strane parole di stampo anglosassone. Termini come “E-commerce”, “E-bay”, “Paypal”.
Non sappiamo cosa siano, e non ce ne curiamo. Noi stiamo benissimo così.
A distanza di qualche anno spuntano smartphone di ultimissima generazione, capaci di farci acquistare su internet in pochi click (così dicono). Nostro figlio intanto ci dice che vuole frequentare un master in Digital Marketing.
Ci parla di Google Ads, Seo, Analytics, Personal Branding e così via.
Ma noi lo sgridiamo. Non vogliamo sentire. Dovrà iscriversi a giurisprudenza e diventare avvocato come pianificato da tempo.
Mentre tutto questo accade le nostre vendite sono però vistosamente calate, e non capiamo il perché. Ma abbiamo ancora quanto basta per portare la pagnotta a casa a fine mese.
Speriamo solo che in futuro le cose torneranno come prima.
A distanza di qualche anno però lo scenario cambia ancora di più. E non nel senso da noi voluto.
Non capiamo cosa stia succedendo. I vicini che abitualmente venivano a comprare da noi sono ormai scomparsi. Sembra che nessuno voglia più acquistare i nostri libri.
Nostro figlio ci spiega che le altre librerie della città si stanno reinventando attraverso il digitale: aprono account social e fidelizzano la propria clientela attraverso video didattici, sponsorizzando eventi all’interno dei loro locali, oltre che predisponendo nuovi spazi per incontrarsi o leggere comodamente un libro davanti un caffè.
(Sull’argomento consiglio quest’interessantissimo articolo pubblicato su Forbes 😉 )
E la gente si precipita!
Cominciamo a sentire parlare anche di un gigante chiamato Amazon.
Un mostro brutto e cattivo che – così dicono – ci sta soffiando via tutti i clienti. Puoi ordinare qualunque cosa su Amazon. Ma proprio tutto.
Capiamo allora di avere sbagliato qualcosa.
Capiamo che quel cambiamento piccolo piccolo di pochi anni fa è cresciuto sino a diventare oggi la nuova normalità. Una normalità che – però – non riguarda anche noi.
Comprendiamo che avremmo dovuto adeguarci già molto tempo prima, quando c’erano i primi segnali del cambiamento.
Capiamo di aver perso un’occasione.
Capiamo di aver fatto la fine della rana bollita.
Esempio 2 – Salute
Il compito più difficile nella vita è quello di cambiare se stessi.
Nelson Mandela
Chiaro. La metafora della rana bollita non trova applicazione solo quando parliamo di business e impresa.
Tutt’altro.
Si manifesta ogni volta in cui snobbiamo tutti quei piccoli cambiamenti che, a lungo andare, si manifestano un bel giorno con un impatto chiaro e prorompente (e il più delle volte per noi doloroso).
Pensiamo a tutte quelle volte in cui cediamo alla tentazione di un dolcetto di troppo.
Cominciamo con uno sgarro qui, uno sgarro là, mettendo su un nuovo chiletto ogni mese.
In fondo la differenza è poca. Come accorgersene?
I nostri amici e i nostri colleghi, proprio come noi, non percepiscono in maniera evidente il mutare del nostro corpo.
Ci vedono ogni giorno, e la persona che siamo oggi è praticamente identica alla persona che eravamo ieri.
Il tutto fin quando non incontriamo un’amica che non vedevamo da quasi un anno. Ci vede. Fa una faccia stupita, e senza troppi giri di parole ci dice:
“Carlé, ma sei fatto un cicciobomba. Che caspita ti è successo?”
Non ce ne siamo quasi accorti ma abbiamo preso un bel po’ di chiletti. Tanti. Troppi.
Ancora una volta abbiamo fatto la fine della rana bollita.
Conclusioni
Il significato penso ormai sia chiaro, e di esempi – in fondo – ne potremmo sfornare a centinaia.
Pensiamo anche solo a tutte le volte in cui abbiamo dato per scontato il nostro posto di lavoro, non prestando attenzione all’evolversi delle cose ed ad alcuni piccoli segnali di cambiamento che avrebbero dovuto metterci in allarme.
L’evolversi delle tecnologie e dei mercati, ad esempio, in grado di rendere alcune competenze obsolete e sempre meno necessarie.
O pensiamo ancora a tutte le volte in cui abbiamo trascurato, nel caso di una relazione, alcuni atteggiamenti poco affettuosi da parte della nostra partner.
Abbiamo messo la testa sotto la sabbia, a mo’ di struzzo, deresponsabilizzandoci dinanzi scomode verità, salvo poi un bel giorno scoprirci con il nostro castello di romantiche certezze andato in frantumi.
Insomma, il messaggio è questo: prestiamo sempre occhio ai piccoli cambiamenti che accompagnano le nostre vite.
Prestiamo attenzione alle nostre abitudini giornaliere, valutando sempre se queste siano coerenti con i nostri obiettivi e la nostra vision di vita.
Cogliamo i segnali che arrivano dall’esterno, e che sembrano puntare verso una chiara direzione.
Sia da studenti che da lavoratori continuiamo a studiare e a formarci, senza dare mai per scontato il benessere di cui possiamo beneficiare nel presente.
Non dimentichiamo mai infatti una cosa.
L’onda del cambiamento è l’unica costante che accompagnerà per sempre le nostre vite.
E di fronte a questo noi abbiamo una doppia scelta.
O la scelta di trascurare tutto, salvo poi svegliarci quando sarà troppo tardi e capire amaramente che abbiamo solo fatto la fine della rana bollita.
O la scelta di cavalcare l’onda del cambiamento e dell’innovazione.
Ci leggiamo al prossimo articolo.
Un abbraccio,
Carlo
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