Il più grande pericolo non sta nel fatto che i nostri obiettivi siano troppo elevati e quindi non riusciamo a raggiungerli.
Sta nel fatto che siano troppo bassi e che li si raggiunga.
Michelangelo
Oggi leggeremo assieme alcuni versi molto interessanti.
Una poesia che, a dire la verità, ho scoperto sfogliando le pagine di Pensa e arricchisci te stesso, immenso classico della crescita personale.
Il titolo della poesia è My Wage (in italiano: “La Mia Paga”), e l’autrice è Jessie B. Rittenhouse. Scopriamo subito assieme le sue parole 😉
Ho contrattato con la Vita per un unico penny,
e la Vita non mi ha pagato un soldo di più,
nemmeno quando ho mendicato la sera
quando ho dovuto fare i conti con l’esito del mio scarso negozio;
Perché la Vita è solo un datore di lavoro,
ti concede quello che chiedi,
ma una volta che avete concordato il salario,
beh, ti tocca sopportare l’incarico.
Ho lavorato per un’umile paga,
solo per capire con sgomento
che qualunque salario avessi chiesto alla Vita,
la Vita lo avrebbe pagato.
Jessie B. Rittenhouse (1869 – 1948)
Il significato
Non c’è passione nel vivere in piccolo, nel progettare una vita che è inferiore a quella che potresti vivere.
Nelson Mandela
Bella questa poesia, non è vero? 😉
Ma cosa vuole dire? E perché ho deciso di condividerla qui?
Te lo spiego subito.
Questi versi riflettono, a mio avviso, una semplice verità di fondo.
Troppo spesso conduciamo una vita con l’asticella già bassa in partenza.
Una vita priva di ambizioni. Un’esistenza nella quale accantoniamo sin da subito progetti, sogni e fame di obiettivi, in nome del convenzionalmente sicuro.
Aspiriamo a niente più che una vita ordinaria, in cui a farla da padrone sono solo le aspettative esterne e ciò che genitori, amici, scuola e parenti ci hanno insegnato essere la cosa “più giusta” da fare.
E così il nostro massimo proposito di vita diventa puntualmente quello di agguantare il famoso posto fisso (a proposito, esiste ancora?), quello di accendere un mutuo ventennale sulla casa (stando possibilmente accanto mamma e papà), sposarci, mettere al mondo dei pargoli, prendere due settimane di vacanza ad agosto ogni anno, aspettare con tranquillità la pensione.
Mantenere, insomma, una placida e accettabile esistenza priva di rischi e pericolosa intraprendenza.
Ci ritroviamo in questo?
Bene.
Ora, come detto più volte in questo blog, non metto in dubbio che questo possa essere per davvero l’ideale ultimo di vita per alcuni di noi. La consacrazione del raggiunto successo. L’aspirazione di vita ultima.
Davvero, pieno rispetto. Ognuno di noi, dopotutto, insegue un proprio ideale di vita, e non dovrebbe mai essere giudicato per questo.
Detto questo, ho anche il sospetto che tanti di noi desiderino molto più di una vita convenzionalmente stabile.
Desiderino molto più di un comune ruolo da “buon padre di famiglia”.
Ci sarà chi tra noi – sotto sotto – vuole abbandonare il sicuro guscio familiare e mettersi alla prova all’estero, adottando magari uno stile di vita europeo.
Ci sarà chi vuole viaggiare il mondo, dando lezioni di italiano o latino in remote-working sotto l’ombra di una palma a Bali.
Ci sarà anche chi vuole cimentarsi in una straordinaria carriera corporate, scalare la gerarchia aziendale e diventare un abilissimo leader, così come troveremo chi, all’opposto, vuole intraprendere un percorso da coach o atleta professionista.
Ci sarà, ancora, chi vuole lanciare una start-up, reinventare il settore della moda eco-sostenibile, o magari rivoluzionare il trasporto pubblico, e anche chi vuole rimanere in Italia per valorizzare le eccellenze locali e promuovere prodotti a “chilometro zero”.
Insomma, il messaggio che voglio comunicare è il seguente:
Le opzioni, le ambizioni, le scelte a nostra disposizione in questa vita sono infinite.
Perché, allora, ci limitiamo a seguire tutti uno stesso identico copione?
Una delle risposte è la seguente.
Non si può fare!
Che bel posto per nascondersi, dev’essere, il “sono fatto così”.
wzgore, Twitter
Puntualmente, ad un certo punto della nostra vita, arrivano loro. Sì, proprio loro.
Le false credenze.
Le storie che ci raccontiamo.
Ogni ambizioso proposito, ogni tentativo di alzare l’asticella della nostra vita sopra gli standard comuni, viene puntualmente stroncato dai soliti limitanti slogan.
Frasi che amici, parenti, media e scuola ci hanno insegnato a recitare come dei mantra.
Bisogna nascere con talento.
Ci vuole fortuna nella vita.
Il lavoro porta via troppo tempo.
Non è questione di cosa conosci, ma di chi conosci.
Sono troppo vecchio ormai.
Io sono fatto così.
In Italia tanto non funzionerebbe.
Tutte seghe mentali che hanno un solo e unico scopo: quello di giustificare lo status quo. Quello di nascondere a noi stessi la consapevolezza di un potenziale inespresso.
In fondo se una cosa è impossibile a priori che senso ha provarci? Tanto vale continuare a spararci serie televisive sul divano di casa, no?
Mi segui?
Proprio per questo motivo se vogliamo riappropriarci delle nostre ambizioni e riportare alla luce quei sogni che abbiamo dimenticato in un cassetto, dobbiamo prima lavorare sulle nostre credenze.
Come alzare dunque l’asticella della nostra vita? Quali sono i nuovi framework mentali di cui abbiamo bisogno?
Scopriamoli subito assieme.
Responsabilità
La vita è la somma di tutte le tue scelte.
Albert Camus
Il primissimo passo per cambiare le cose, in qualunque aspetto della nostra vita, è sempre lo stesso.
Quello di assumerci la piena responsabilità delle nostre condizioni attuali.
Già, hai capito bene.
Dobbiamo imparare ad assumerci una responsabilità piena per le persone che siamo oggi e per quello che abbiamo raggiunto.
Certo, è verissimo quello che pensi.
Non tutti nella vita cominciano sulla stessa linea di partenza, e sicuramente tra di noi ci sono quelle persone più fortunate che hanno vinto il jackpot della vita nel solo momento in cui sono nate nella parte giusta del mondo (o nella famiglia giusta).
Lascia però che ti dica un’altra cosa.
Così come è vero che esistono fattori che non possiamo controllare (dove e quando siamo nati, variabili macroeconomiche, crisi di mercato, epidemie, ecc.) è altrettanto vero che abbiamo sempre il pieno controllo su come reagiamo agli eventi esterni.
Abbiamo piena responsabilità sul modo in cui reagiamo alle circostanze che ci piovono addosso, e sulle azioni quotidiane che da quel momento in poi scegliamo di eseguire.
La persona che siamo oggi è, in fondo, il frutto di tutte le scelte che abbiamo effettuato in passato. Questo significa che le persona che saremo in futuro sarà frutto delle decisioni, delle azioni e dei comportamenti che adotteremo da oggi.
Una rotta da seguire
Se non sai dove vai, nessuna strada ti porterà da qualche parte.
Henry Kissinger
Lo abbiamo visto.
Abbiamo parlato di quanto sia importante evadere dalle aspettative altrui, sfuggire al destino del gregge, e imparare a rispettare le nostre ambizioni più autentiche.
Ma questo è possibile, appunto, solo se sappiamo quali siano queste ambizioni.
Sappiamo già, quindi, cosa vogliamo dalla vita?
Conosciamo le nostre priorità e i nostri valori?
Abbiamo una Vision?
Se non lo abbiamo ancora fatto, cominciamo dunque a stabilire il nostro indirizzo di vita, e accompagniamolo con obiettivi chiari e misurabili.
Mettiamoci dunque in cammino, lasciando alle spalle pressioni sociali e la falsa sicurezza della zona di comfort.
Onoriamo il processo
Senza fretta, ma senza tregua.
L. Tolstoj
Molti di noi vorrebbero qualcosa di più dalla vita. Anzi, forse tutti. Ma alla prova dei fatti solo pochi lo ottengono.
Perché?
Semplice.
Il 99% di noi non è capace di stringere i denti, e desiste di fronte delusioni, critiche, sconfitte, mancanza di risultati, ed anche distrazioni.
Succede sempre la stessa cosa. Partiamo in quinta pieni di entusiasmo, ma molliamo la presa non appena le cose si fanno scomode e complicate.
Le persone che ottengono uno stipendio più alto dalla vita, al contrario, hanno forza di volontà.
Tirano dritto nonostante l’iniziale mancanza di risultati ed i primi fallimenti. Mantengono le loro inflessibili abitudini giornaliere, e lo fanno sia col buono che col cattivo tempo.
Portano a casa la loro piccola prestazione quotidiana sia quando ne hanno voglia e sono motivati, sia quando preferirebbero starsene con gli amici giù al pub a guardare la partita.
Ricordiamoci a questo punto che ognuno di noi nella vita è costretto a sopportare un prezzo. Possiamo sopportare il prezzo della disciplina o possiamo sopportare il prezzo del rimpianto.
Uno dei due ci tocca sempre.
Conclusioni
Spero dunque questo articolo abbia aperto un po’ gli occhi.
Ognuno di noi può benissimo lasciare che le proprie ambizioni siano annullate dalle aspettative altrui e dal convenzionalmente corretto.
O al contrario può fare un’altra cosa.
Può alzare l’asticella delle proprie pretese.
Può uscire dalla propria zona di comfort e da uno stile di vita sicuro ed ordinario per inseguire le proprie più autentiche aspirazioni.
Può imparare a chiedere uno stipendio più alto alla vita.
Noi ci leggiamo nel prossimo articolo.
Un abbraccio,
Carlo
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