Vorrei vivere per studiare e non studiare per vivere.
Francis Bacon
Non ti preoccupare. Capitava anche a me 😉
Nemmeno ricordo quante volte ho vagato a zonzo per casa senza trovare la minima voglia di aprire i libri.
Anche io ho trascorso intere giornate senza concludere alcunché con lo studio. Ho procrastinato e rimandato esami il cui solo nome mi faceva salire la nausea.
Poi qualcosa è cambiato. Sono riuscito a superare le fasi di stallo in cui ero bloccato.
Ho fatto tesoro della mia esperienza e condividerò con te in questo articolo quello che ho imparato 🙂
Lascia prima che ti dica una cosa
Diciamoci subito la verità . Ognuno di noi, al giorno d’oggi, sa bene quanto siano importanti la formazione e lo studio.
E questo nonostante a volte, con superficialità , facciamo finta di sognare una vita di totale spensieratezza lontana anni luce dai libri di testo.
Dimmi che non è vero, dai 😉
Sappiamo anche come lo studio sia un diritto ancora negato a tanti giovani, e – sotto sotto – siamo grati di poterne usufruire.
A volte capita però che, per noi “privilegiati”, lo studio possa diventare una fonte di stress.
Un beneficio del quale faremmo volentieri a meno.
Spesso ci troviamo infatti costretti a studiare materie delle quali non ce ne frega una beata mazza.
Materie apparentemente inutili e persino di dubbia pertinenza con l’indirizzo di laurea che abbiamo scelto.
Argomenti pesanti e stressanti che possono diventare un pericoloso collo di bottiglia all’interno della nostra carriera accademica.
Arriviamo a sviluppare una naturale avversione nei confronti di queste materie.
Succede, è naturale e fa parte di ogni esperienza universitaria.
Ma proprio per questo dobbiamo sapere come trovare la giusta motivazione per studiare anche quelle materie che ci repellono e che ai nostri occhi rappresentano solo delle ardue vette da scalare.
La buona notizia del giorno è che ritrovare la motivazione è, sì, possibile, anche per le materie che detestiamo.
Per fare ciò ho elaborato personalmente 3 semplici step.
L’ho chiamato metodo O.R.A. e ti sarà di grande aiuto.
Vediamolo subito 😉
Obiettivo
Questo è il primo e forse più importante passo.
Personalmente penso che ognuno di noi dovrebbe iscriversi all’università con l’intento di raggiungere un preciso traguardo.
Una destinazione precisa, non vaga ed effimera.
Un traguardo che deve andare ben oltre i soliti e inflazionati slogan come:
Voglio che i miei genitori siano orgogliosi di me
Per la soddisfazione di essere chiamato dottore
Per avere un “pezzo di carta”
Perché è quello che fanno tutti
Pur essendo (quasi tutte) valide ed ottime ragioni – in certi casi anche stimolanti – sono pur sempre basate sulle aspettative sociali e non sui nostri veri sogni di vita.
Non ci donano quindi quella scarica di adrenalina necessaria per superare le difficoltà che inevitabilmente si prospettano.
Remember the bigger picture
Nel definire la nostra direzione di vita dobbiamo essere chiari, precisi, ed anche egoisti.
Dobbiamo tenere bene in mente che l’università rappresenta non tanto un fine ma semplicemente un mezzo.
Uno strumento formativo grazie al quale acquisire le competenze necessarie per raggiungere i traguardi professionali cui aspiriamo.
Manager. Chirurgo. Finanziere. Commercialista. Private banker. Libero professionista. Trader. Social media manager. Data scientist. Fisioterapista. Insegnante. Imprenditore. Giudice. Avvocato. Nomade digitale. Ricercatore. Acrobata circense e chi più ne ha più ne metta.
Dobbiamo scegliere con convinzione dove vogliamo affermarci professionalmente.
Se non lo abbiamo ancora fatto è dunque il caso di riflettere bene sul perché abbiamo deciso di cominciare l’università e soprattutto di tenere bene a mente in che modo la laurea ci aiuterà a raggiungere il nostro sogno.
E qui viene il bello.
Questa acquisita consapevolezza ci aiuta a considerare la materia pesante come un semplice traguardo intermedio.
Una necessaria turbolenza, uno step indispensabile – anche se per certi versi sgradevole e amaro – per raggiungere un obiettivo di vita infinitamente più grande.
Ricompensa
L’obiettivo deve essere chiaro, preciso, e definito anche egoisticamente. Lo abbiamo appena detto.
Ma questo non vuol dire che non dobbiamo goderci il viaggio.
Anzi 😉
Dovremmo celebrare ogni volta che raggiungiamo un traguardo, piccolo o grande che sia.
Promettere a noi stessi una determinata ricompensa al raggiungimento del nostro traguardo intermedio è un’importantissima tecnica per aumentare la motivazione verso lo studio.
Deve essere ovviamente una ricompensa alla quale teniamo veramente, e alla quale non abbiamo facile accesso tutti i giorni.
Potrà essere un oggetto materiale ma anche un’esperienza.
Ti dirò ad esempio cosa faccio io.
Personalmente una volta conclusa con successo la sessione di esami amo regalarmi sempre un lungo viaggio in luoghi che non ho ancora avuto il piacere di esplorare.
Nei momenti di maggiore svogliatezza penso alla ricompensa e alle emozioni che mi aspettano. Questo mi sprona enormemente a non demordere e ad andare avanti con lo studio.
Azione
Il segreto per partire è spezzettare gli impegni complessi e ingestibili in piccoli compiti gestibili e poi partire dal primo.
Mark Twain
Niente formule magiche.
Per raggiungere un obiettivo (e superare quindi l’esame) occorre semplicemente iniziare.
Troppo semplice? Può darsi.
Iniziare non vuol dire però farsi prendere dall’ansia di dover finire immediatamente l’intero programma della materia. Un simile approccio è chiaramente dannoso per la produttività e spaventoso per il morale.
Se la nostra voglia di studiare è intorpidita dobbiamo invece focalizzarci su quei piccoli step che ci faranno uscire dalla paralisi e dalla svogliatezza in cui siamo bloccati.
Un’ottima tecnica che personalmente uso, nello studio e nel lavoro, è la tecnica del pomodoro.
“Si. Pomodori, zucchine e cetriolini Carlo.”
Come funziona questa tecnica?
In breve:
- Regoliamo il timer del nostro smartphone per farlo suonare esattamente in 25 minuti, dopodiché cominciamo senza se e senza ma.
- Suonato il timer facciamo 5 minuti di pausa (niente “feisbuc” o Ig: VERA PAUSA) e quindi via di nuovo, se ce la sentiamo, con un altra breve sessione di studio intenso e concentrato.
Studiare 25 minuti senza distrazioni anche la materia che detestiamo è impossibile? Non credo proprio 😉
Questo metodo funziona perché, ottenuti i primi piccoli progressi, acquisiremo maggiore fiducia nelle nostre capacità .
Acquisteremo consapevolezza del fatto che quella materia non è poi così opprimente e difficile come avevamo sino ad allora potuto pensare.
Arriveremo addirittura a credere di potercela fare.
Non dimentichiamo mai, infatti, che il progresso è la miglior forma di motivazione. Un piccolo successo tirerà l’altro, e così facendo, senza quasi accorgercene, saremo già nel pieno del programma della materia 😉
Per concludere
Questi sono tre semplici step che mi hanno spronato a non demordere nei miei momenti di massima intolleranza verso lo studio, e sono sicuro che daranno una grande mano anche a te.
Come dici?
Qual è quindi il momento migliore per affrontare a muso duro le materie che detestiamo?
Indovina un po’…
O.R.A. ;-).
Buono studio quindi, e buon impegno.
Noi ci leggiamo al prossimo articolo.
Un abbraccio,
Carlo
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