Il coraggio è quello che ci vuole per alzarsi e parlare.

Il coraggio è anche quello che ci vuole per sedersi ed ascoltare.

Winston Churchill

Lo hai già capito dal titolo.

In questo articolo approfondiremo un’abilità molto importante, in grado di migliorare (notevolmente) la qualità delle nostre relazioni personali.

Mi riferisco alla capacità di ascoltare di più, e parlare di meno.

Lascia che ti ponga subito una semplice domanda.

Sai dirmi qual è la prima cosa che solitamente facciamo quando incontriamo persone nuove?

Coraggio.

Immaginiamo di essere ad uno di quegli ordinari (e per me noiosissimi) aperitivi del venerdì all’uscita dall’ufficio, e di vedere un viso nuovo in mezzo alla solita cerchia di colleghi.

Ci presentiamo. Bene. E poi?

Dai, ti sarà capitato decine di volte: cominciamo con i soliti discorsi da cocktail 😉

Dove hai studiato? Da quanto lavori qui? Come procede il lavoro? A quando la promozione? Progetti per il futuro?

Ed a conversazione avviata, puntualmente, cominciamo a buttare giù fiumi di parole. Non perdiamo tempo per parlare subito della NOSTRA carriera, dei NOSTRI successi, della NOSTRA vita, dei NOSTRI piani per il futuro.

Interrompiamo spesso chi ci sta di fronte per dire subito cosa pensiamo NOI di quella cosa, o per dire quello che stiamo facendo NOI a nostra volta in quel determinato ambito.

“Ma no, davvero? Devi sapere che io ho fatto questo e sto lavorando su quell’altro. Ho anche questo progetto e farò tutto quello”

“Io, Io, Io, Io”

“Bla, bla, bla, bla”

Forse non lo sai ma “Io” è proprio la parola che più utilizziamo nelle nostre conversazioni. E la usiamo così spesso per un semplice motivo.

 

Senso di riconoscimento

Immagini il silenzio se tutti dicessero solo quello che sanno?

Karel Capek

Facciamoci caso. Amiamo parlare così tanto di noi per una semplice ragione.

Parlare di noi stessi ci regala sicurezza.

In un contesto in cui ognuno di noi, in misura più o meno velata, avverte la pressione sociale ed il bisogno di rendersi interessante agli occhi degli altri, parlare tanto di noi stessi diventa un modo per dimostrare qualcosa a chi ci sta di fronte.

Un mezzo per far vedere che siamo persone in gamba e che raggiungeranno grandi risultati nella vita.

Parlare ci dà sicurezza. E non dobbiamo di certo sentirci in colpa per questo.

Ognuno di noi desidera sentirsi importante ed ottenere il consenso del gruppo.

Fa parte della nostra natura di esseri umani.

Ma la domanda adesso è un’altra.

Perché non sfruttiamo a nostro vantaggio questo particolare aspetto della psicologia umana?

Perché non miglioriamo la qualità delle nostre relazioni imparando ad ascoltare di più?

E non lo dico io. Quanto stiamo per vedere viene da due grandi maestri della crescita personale.

Dale Carnegie e Napoleon Hill.

 

Mettiamo a proprio agio chi ci sta di fronte

Parlare meno ascoltare di più

Cominciamo dal primo autore.

Dale Carnegie ha scritto il famosissimo bestseller senza tempo Come trattare gli altri e farseli amici. 

Nel suo libro Carnegie afferma un principio basilare.

Let the other person do a great deal of the talking

Lascia che siano gli altri a fare buona parte della conversazione

Cosa vuol dire?

La prossima volta che parteciperemo ad una conversazione teniamo bene a mente che anche il nostro interlocutore in quel momento sta cercando un senso di importanza e riconoscimento.

Esatto.

Vuole parlare di sé, della propria vita, dei propri obiettivi e dei propri successi.

Al posto di interromperlo bruscamente per parlare di noi perché non lo ascoltiamo?

Perché non assecondiamo questo suo bisogno di rendersi interessante?

Lui vedrà appagato il proprio ego, e allo stesso tempo avrà avvertito in noi un piacevole interlocutore.

Non si tratta di prendere in giro nessuno.

Si tratta semplicemente di impiegare un semplice meccanismo psicologico a nostro vantaggio per mettere la persona che ci sta di fronte a proprio agio.

Ascoltare genera empatia, vicinanza, partecipazione.

Proviamoci allora.

Noteremo come il nostro interlocutore apprezzerà tantissimo questa nostra disponibilità ad ascoltarlo.

Dale Carnegie aveva dopotutto le idee abbastanza chiare sull’argomento:

Se volete proprio che la gente si faccia beffe di voi, vi rida dietro, vi disprezzi e vi sfugga, questa è la ricetta: non state mai ad ascoltare nessuno.

Parlate sempre e solo di voi stessi.

Se avete un’idea mentre l’altra persona sta parlando, non aspettate che finisca, tirate dritto e interrompetela nel bel mezzo del discorso.

Dale Carnegie. Come trattare gli altri e farseli amici

Ma non finisce qui.

Ascoltare di più ci viene molto utile anche per un’altra importante ragione.

Continua a leggere e capirai.

 

Guadagniamo qualcosa da ogni conversazione

Parlare meno ascoltare di più

Passiamo al secondo autore.

Anche Napoleon Hill ci parla della grossa utilità del parlare meno e dell’ascoltare di più.

E lo fa tramite un altro bestseller.

Pensa e arricchisci te stesso.

Ti dirò una cosa.

Non so te ma io ho sempre riposto poca fiducia nei chiacchieroni.

Per me le troppe chiacchiere sono sempre state nemiche della concretezza e dei risultati.

Quante volte ci capita di incontrare gente che parla, parla, parla, e basta?

Persone che hanno in bocca grandi progetti, grandi prospettive, ma alla prova dei fatti vengono sorpassate da chi, al contrario di parlare in maniera inconcludente, si è rimboccato la maniche e ha dato concretezza a quelle idee.

Non dimentichiamo infatti una cosa.

Noi siamo ciò che facciamo, non quello che promettiamo di fare.

Al posto di parlare tanto, incoraggiamo gli altri a parlare.

Da ogni nuovo incontro, come ci fa notare Napoleon Hill, veniamo a conoscenza di nuove informazioni, nuovi punti di vista, nuovi dati, nuovi modi di vedere le cose.

Tutti elementi che possono segnare una svolta nei nostri propositi di vita e darci una spinta in avanti.

Si tratta di una buona abitudine che, infatti, hanno imprenditori e manager di successo.

Ascoltano e ponderano le informazioni ricevute dall’esterno, consapevoli di poter ricevere feedback utili per migliorare il proprio lavoro.

Perché dunque non facciamo lo stesso?

Perché non troviamo la stessa umiltà che hanno gli imprenditori di maggiore successo?

Perché al posto di tapparci le orecchie non rimaniamo studenti, pronti ad assimilare quanto ci può arrivare dall’esterno?

Da ogni chiacchierata, da ogni scambio di idee, cerchiamo di essere quelli che parlano di meno.

Cerchiamo di uscire sempre da una conversazione con più conoscenza di quanta ne avevamo prima di cominciarla.

E lascia che te lo dica:

Al giorno d’oggi la conoscenza è la vera ricchezza.

La ragione per cui abbiamo due orecchie ed una sola bocca è che dobbiamo ascoltare di più e parlare di meno.

Zenone di Cizio

 

Spero queste piccole tip ti saranno d’aiuto.

Buone chiacchierate e buon ascolto.

Un abbraccio,

Carlo

 

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