Tra vent’anni sarai più deluso dalle cose che non hai fatto che da quelle che hai fatto. Perciò molla gli ormeggi, esci dal porto sicuro e lascia che il vento gonfi le tue vele.

Esplora. Sogna. Scopri.

Mark Twain

Ebbene sì.

Tre mobilità Erasmus sono già concluse.

La Romania e la Polonia – incantevoli e sorprendenti paesi – mi hanno regalato negli ultimi anni emozioni impareggiabili.

Ed in questo articolo proverò a fare una cosa. Proverò a mostrare quanto mi hanno regalato ad oggi questi Erasmus.

Cercherò di trasmettere il giusto entusiasmo per convincere anche te, mio caro scettico collega troppo concentrato su libri, esami e voti alti, ad abbracciare a viso aperto una così straordinaria esperienza.

Perché andare in Erasmus, allora?

Scopriamolo assieme in 7 veri motivi 😉

 

Hai mai vissuto da solo all’estero?

Vivere all’estero, essendo pagati fior di quattrini (borse di studio UE, contributi regionali e Miur) per studiare o svolgere un tirocinio, è un’occasione che non torna.

Su questo possiamo starne certi.

L’esperienza che ne guadagniamo forgia in positivo il nostro carattere.

Probabilmente non ne avremo consapevolezza immediata ma ce ne accorgeremo solo quando, una volta tornati a casa, dopo una rituale sequenza di abbracci ad amici e parenti, ci guarderemo allo specchio e noteremo una persona diversa.

Una persona riconoscente, grata e aperta al nuovo.

Una persona capace di abbandonare il proprio confortevole guscio di sicure abitudini e pronta ad abbracciare a viso aperto il cambiamento.

Multiculturalità ed integrazione non saranno più astruse parole alle quali guardare con diffidenza o preoccupazione, ma saranno dolci termini che riporteranno alla mente una realtà vissuta con coraggio e positività.

 

Cavarcela senza papà e “mammà”

Certo, forse è la ragione meno allettante.

Mamma è lontana e se abbiamo sempre guardato pentole, padelle, lavatrice e asse da stiro da un’opportuna distanza di sicurezza ho una brutta notizia.

Diventeranno i nostri migliori compagni di avventura.

Ma le scomodità da temere sono ben peggiori, e qui voglio essere abbastanza serio.

Arriveranno momenti pesanti.

Momenti in cui avremo forse difficoltà nel trovare alloggio, o difficoltà economiche tra affitto e bollette. Potremo avere difficoltà nel farci comprendere o nello stare al passo con i colleghi a lezione.

Ci saranno momenti in cui ci sentiremo soli e la nostalgia di casa sarà grande.

Non demordiamo.

Supereremo senza dubbio questi momenti.

Arriverà quindi il giorno in cui ci guarderemo indietro e ci accorgeremo, sorridendo, di come ognuna di queste difficoltà sarà stata un’ottima palestra di vita.

 

Si viaggia

Siamo giovani.

Non abbiamo grossi impegni.

Non abbiamo orari.

Abbiamo tutti i requisiti per salire sul primo treno in partenza e abbandonarci all’imprevedibilità del viaggio.

Soli o in compagnia, poco importa.

Soddisfiamo la nostra sete di esplorazione e la nostra curiosità per posti mai visti.

Conosceremo gente meravigliosa e stringeremo nuove amicizie.

Alcune dureranno il tempo di due birre in ostello, altre invece le porteremo a casa e dureranno una vita.

Concediamoci nuove avventurose esperienze.

Il nostro cuore ne uscirà rinvigorito, la nostra mente ne uscirà aperta.

 

E togliamoci dalle palle ‘ste materie (cit.)

Non prendiamoci in giro.

Questo è un enorme beneficio della mobilità Erasmus for Studies 😉

In ogni corso di laurea esistono almeno due-tre materiechiummo.

Materie insormontabili.

Materie gestite da docenti slegati dalla realtà che per 6 miseri CFU pretenderanno mille ore di studio, 600 flessioni e 10 litri di sangue.

Unire l’utile al dilettevole diventa mai come in questo caso una strategia vincente.

Inseriamo le materie nel Learning Agreement e portiamole con noi in Erasmus.

Alla fine del viaggio, quando ogni cosa avrà avuto il suo normale corso, tornati a casa probabilmente ci ritroveremo col portafoglio vuoto, ma – stiamone certi – almeno il libretto sarà pieno 😉

 

Curriculum

“Che noia che sei Carletto, ma non stavi parlando di quanto è figo l’Erasmus? Che c’entra ora il lavoro? Sono già stressato dagli esami, per favore”.

Lo so, lo so, lo so.

Ti capisco.

Associare i benefici di un’esperienza Erasmus alle preoccupanti prospettive occupazionali post-laurea è una scelta un po’ azzardata.

Ma evidenziamo per un attimo anche quest’importante aspetto.

Parliamoci chiaro.

Oramai vantare una laurea in bacheca non è più garanzia di successo professionale ma al contrario di semplice conformità all’enorme esercito di laureati già in cerca di occupazione.

In questo contesto avere alle spalle una o più esperienze di mobilità internazionale è sicuramente un elemento in grado di fare la differenza tra noi e chi, invece, non ha mai messo piede fuori da una biblioteca.

E non è un dettaglio da poco.

 

Impareremo (per davvero) un’altra lingua

Non neghiamocelo.

Una delle principali preoccupazioni che trattiene uno studente dall’intraprendere una mobilità è proprio il fatto di non conoscere bene la lingua del paese ospitante.

Certo, mi viene da pensare, è sorprendente a volte come lasciamo che banali timori limitino la qualità della nostra vita.

Sì.

Ho detto banali.

Non partire perché non si conosce una lingua è una scusa banale.

Non sappiamo la lingua nella quale studieremo o lavoreremo? Abbiamo mesi, MESI, prima della partenza per buttarci a capofitto nello studio e giungere a destinazione con una discreta base linguistica.

Non è sufficiente?

I mesi sono pochi?

Non c’è problema.

Le università ospitanti organizzano sempre corsi di lingua locale appositamente dedicati agli studenti stranieri.

Insomma, le soluzioni ci sono e in un modo o nell’altro impareremo una nuova lingua.

Stiamone certi.

 

Chiarezza sulle nostre ambizioni

Niente, nella mia esperienza, è in grado di apportare chiarezza nella nostra mente come un viaggio.

Ed ovviamente nella categoria viaggio rientra anche la mobilità per studio o tirocinio.

Scoprire nuovi posti e nuove culture amplia le nostre conoscenze e porta alla luce opportunità prima sconosciute. Da nuove opportunità derivano nuove scelte. Da nuove scelte deriva un nuovo indirizzo di vita.

Questo blog, questo piccolo orto digitale, è il più prezioso frutto della mia seconda mobilità.

Una mobilità che mi ha dato nuove opzioni e mi ha indirizzato lungo un nuovo percorso.

Dove mi condurrà? Non lo so ancora.

Per adesso sono felice, mi godo il viaggio e guardo con ottimismo al futuro.

 

E quindi, cosa ne pensi?

E tu, mio caro scettico collega, sei convinto adesso?

Fammi indovinare.

Stai già controllando sul portale della tua università il bando Erasmus e alcune plausibili mete.

Ottimo. Hai afferrato al volo 😉

Goditi l’esperienza, sfuggi alla corsa del topo universitario, salpa a gonfie vele dalla falsa sicurezza dei banchi universitari e vivi al massimo quanto di meglio la mobilità accademica possa offrire.

Un giorno mi ringrazierai.

Ci leggiamo al prossimo articolo.

Un abbraccio,

Carlo

 

Libri consigliati da Carlo. Ho selezionato in questa pagina le letture che più mi hanno ispirato e supportato nel raggiungere i miei obiettivi di vita. Saranno di aiuto anche a te

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