Parte di chi siamo oggi dipende da dove siamo stati.
Anonimo
Eccoci tornati in Italia. Il terzo Erasmus si è concluso 😉
Le mie mobilità accademiche – nel corso di questi stupendi anni universitari – sono state rispettivamente:
- for Traineeship
- for Studies
- e l’ultima, nuovamente, for Traineeship.
Questa la sequenza dei miei viaggi finanziati da “papà Erasmo”.
Dei benefici della mobilità internazionale (e del perché l’università sia molto più di un semplice elenco di libri ed esami) abbiamo già parlato abbondantemente in questo ricco post. Dagli una buona lettura 😉
Negli ultimi giorni, una volta tornato a Siena, è però capitata una cosa. Tanti colleghi mi hanno chiesto perché abbia scelto nuovamente un Erasmus Traineeship.
Cosa ha di speciale rispetto al classico (e ben più noto) Erasmus Studies?
Cercherò dunque di rispondere sulla base della mia personale esperienza.
Cosa mi hanno insegnato due tirocini in mobilità internazionale?
Scopriamolo assieme 😉
Curriculum
Ci sono molte voci nel mio curriculum. E anche qualche urlo.
Ideexscrittori, Twitter
Cominciamo subito con la prima motivazione. La più ovvia, e quella che in fondo tutti noi già conosciamo.
Sarò schietto con te.
Avere oggi una bella laurea in bacheca non è più minimamente garanzia di successo professionale o di stabilità lavorativa, ma al contrario è indice di semplice conformità all’enorme esercito di laureati in cerca di occupazione.
Già. Proprio così. Gli standard cambiano, e ciò che vent’anni fa era magari considerato speciale e distintivo oggi ostenta invece pura ordinarietà.
Questa è la realtà nella quale oggi ci muoviamo. Possa piacere o meno.
In un così poco allettante quadro, avere maturato una o più esperienze lavorative all’estero ci renderà dei candidati ben più appetibili rispetto a chi, oltre la lode e tanti bei voti, non ha però mai messo piede fuori da una biblioteca.
Insomma: ci distingueremo e avremo più possibilità.
Ma oltre agli evidenti benefici sul nostro CV, ve ne sono anche altri, intangibili, e senza dubbio più interessanti.
In questo articolo mi rivolgo anche e soprattutto a tutti quei colleghi che (con un pizzico di avventatezza) una volta conclusi gli studi vorrebbero subito partire in quinta e mettere in piedi qualcosa di proprio.
Cercherò di evidenziare perché, personalmente, opterei sempre prima per una breve esperienza di lavoro, a maggior ragione se compiuta all’estero tramite il programma Erasmus 😉
Disciplina
Mettersi insieme è un inizio, rimanere insieme è un progresso, lavorare insieme è un successo.
Henry Ford
Ti dirò una cosa.
Le mie esperienze di tirocinio all’estero, al servizio di due importanti compagnie, mi hanno aiutato a fare grande chiarezza.
Mi hanno permesso di conoscermi meglio e di definire le mie aspirazioni professionali.
Mi hanno permesso anche di capire quali sono i punti di forza sui quali intendo far leva (così come le cose alle quali non sono troppo buono e sulle quali è meglio per me non investire).
Ora, diciamoci come stanno le cose.
Lo so bene.
Sotto tanti aspetti la vita di ufficio può prevedere formalità e rigidi protocolli. Questi, se da un lato limitano la creatività del personale, dall’altro lato permettono – ed è giusto dirlo – anche di sviluppare un grande senso della disciplina.
Posso infatti confermarti che all’interno di un’azienda, anche in qualità di tirocinanti, si maturano una meticolosa attenzione ai dettagli, una forte attitudine al risultato e un sorprendente spirito di gruppo.
Si imparano a gestire tempi e relazioni, e questo sia perché vi sono delle scadenze imprescindibili da rispettare sia perché si lavora quasi sempre all’interno di un team (che deve muoversi all’unisono).
L’esperienza che ne portiamo a casa non può che essere positiva e di grande valore.
Ma oltre questo c’è tanto altro ancora.
Chiarezza
Siate affamati. Siate folli.
Steve Jobs
Alcuni di noi vorrebbero immediatamente partire in quinta dopo gli studi e mettersi in proprio. Giusto?
Ebbene, ti dirò una cosa.
Il fatto stesso di immergerci per un po’ nella vita aziendale, con i benefici ma anche le rigidità che essa comporta, susciterà in noi diverse reazioni.
Alcuni di noi staranno benissimo così e vorranno solo gettare le fondamenta per una sfavillante carriera all’interno di una grande azienda.
Altri, più animati da un forte spirito imprenditoriale, non gradiranno molto il fatto di mettere la propria professionalità al servizio di obiettivi altrui, e capiranno che quello che vogliono veramente è costruire qualcosa di proprio.
Qualcosa di cui essere direttamente responsabili.
Conoscere dall’interno la vita aziendale può quindi diventare un ottimo elemento chiarificatore per le nostre future ambizioni.
Chi tra noi è realmente mosso da un animo imprenditoriale ne potrà ottenere forti risposte, e la sua passione ne potrà uscire più alimentata che mai.
Esperienza
E qui veniamo al dunque. Ti faccio una domanda molto diretta.
Sai qual è il più grande rischio di lavorare per se stessi?
No?
Te lo dico io.
Quello di lavorare per un cretino.
Quello di lavorare per una persona che, esaltata da termini oggi tanto di moda come “Do-what-you-love”, “Be-your-own-boss”, “Imprenditore-di-me-stesso”, si lancia alla cieca senza sapere come comportarsi e dove mettere mano.
Capisci dove voglio arrivare?
Un altro beneficio dell’ Erasmus Traineeship è sicuramente quello di aiutarci ad acquisire conoscenze, esperienze ed abilità, anche e specialmente in quei settori nei quali vorremmo un giorno investire, senza per questo essere immediatamente costretti a rischiare in prima persona.
Avremo la possibilità di studiare, conoscere interi settori di mercato, analizzare domanda ed offerta da una prospettiva internazionale, sicura e privilegiata.
Vedremo da dietro le quinte come si guida un’azienda, e capiremo anche che il successo di un’attività è più lungo e richiede più disciplina di quanto inizialmente avremmo potuto immaginare 😉
Cosa ho capito dai miei Erasmus Traineeship
Insomma, li abbiamo visti.
Questi sono, a mio avviso, i principali benefici di un Erasmus Traineeship.
- Curriculum
- Disciplina
- Chiarezza
- Esperienza
Li ho sperimentati tutti sulla mia pelle e sono estremamente grato ad ognuna delle persone che mi ha accompagnato durante il percorso.
Trascorrere due mobilità al servizio di due importanti compagnie ha reso ben forti in me determinate convinzioni sul mondo del lavoro e mi ha aiutato a maturare preziose competenze.
Ho avuto la possibilità di toccare per la prima volta con mano i meccanismi di un’attività aziendale, di parlare con i clienti, di sedermi ai tavoli di riunione.
Ho prestato attenzione ai differenti stili manageriali delle persone con cui ho lavorato.
Sono arrivati complimenti ma anche correzioni.
Sono arrivati momenti di euforia così come momenti di stress e di lavoro intenso.
Alla fine di tutto ci accorgeremo però di una cosa.
Anche questa, come ogni altra esperienza vissuta in Erasmus, sarà stata un’ottima palestra di vita.
Avremo guadagnato conoscenze, abilità, ma anche coraggio e resilienza. E metteremo tutto questo al servizio dei nostri futuri propositi.
Il mio migliore in bocca al lupo dunque per il tuo prossimo Erasmus.
Che possa divertirti, imparare tanto e viverlo appieno.
Un abbraccio,
Carlo
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