Non guardare i notiziari. Se c’è qualcosa che devi sapere qualcuno ti chiamerà e te lo dirà.
Bert Gulick
Già. Proprio così.
Non guardo più i telegiornali da almeno un paio di anni.
Non ci crederai, ma la mia vita va magnificamente avanti anche senza TG1, Rete4 e TGRegione.
Ti dirò di più.
È stata una delle scelte più proficue della mia vita.
In questo articolo ti spiegherò perché anche tu puoi fare a meno di guardare i telegiornali, e quali sono i grandi benefici di questa dieta mediatica.
Continua a leggere. Ti prometto sarà tempo ben speso 😉
Sovrappeso informativo
Per avere in mano la propria vita si deve controllare la quantità e il tipo di messaggi a cui si è esposti.
Chuck Palahniuk
Guardiamoci per un attimo attorno e prestiamo attenzione ad un semplice fatto.
Lo stile di vita odierno ci mantiene in uno stato di costante sovrappeso.
No, tranquillo.
Non mi riferisco al girovita un po’ largo. In questo articolo parliamo di sovrappeso informativo.
Così come è vero che il consumismo odierno ci spinge a ingurgitare più calorie del necessario (inducendo obesità), è altrettanto vero che quello stesso stile di vita ci bombarda di informazioni delle quali non abbiamo realmente bisogno.
In ogni momento siamo sovraccaricati da stimoli, input, notifiche, stories, post, messaggi, aggiornamenti, news (in larghissima parte) inutili.
Soffriamo, in poche parole, di obesità da informazione.
Ma facciamoci caso anche a un altro importante aspetto. Le notizie che riceviamo dall’esterno sono più o meno sempre le stesse.
Lo spread che un giorno si alza e il giorno dopo si abbassa, politici che cambiano casacca e si accusano a vicenda, cronaca nera, calciomercato, CR7, Salvini che cambia idea un giorno sì e l’altro pure, il matrimonio VIP del momento, e così via.
Non metto in dubbio che queste siano notizie certamente interessanti ma la mia risposta da due anni a questa parte è stata una sola:
No, grazie.
E ti spiegherò subito il perché in 3 semplici motivi.
Sei pronto? Vediamoli assieme 😉
Irrilevanza
Lo avrai notato anche tu.
Le notizie che ascoltiamo alla TV o leggiamo sui quotidiani non hanno – nel 99,9% dei casi – niente a che vedere con le nostre priorità e i nostri reali progetti di vita.
Sai dirmi in che modo il tasso di disoccupazione diminuito di 0,2 punti percentuali, lo sciopero nazionale minacciato da una sigla sindacale o cosa ha mangiato Draghi a colazione mi aiuteranno a raggiungere i miei obiettivi?
Te lo dico io.
In nessun modo.
Sarò forse duro ma nel loro indubbio interesse, per quelle che sono le mie finalità di vita, queste sono e restano soltanto notizie di secondo piano.
Incontrollabilità
C’è un altro aspetto molto interessante.
Di fronte alle notizie che riceviamo dai telegiornali non abbiamo alcuna leva di controllo.
Già. Proprio così.
Non possiamo fare assolutamente niente.
Siamo, in poche parole, dei meri recettori passivi. Un’audience destinata a raccogliere un pacchetto preconfezionato di informazioni quotidiane rivolte a farci preoccupare se il debito pubblico aumenta o a farci stare meglio se lo spread diminuisce.
Ma quale margine di azione abbiamo su tali numeri?
Cosa possiamo fare in merito?
Bene. A meno che tu non sia il capo della Commissione europea o il presidente della BCE, la risposta è scontata: assolutamente niente.
Negatività
C’è un’altra grossa verità di fondo.
Le notizie che ascoltiamo al telegiornale sono quasi sempre negative. E su questo lascia che condivida con te la mia personale esperienza.
Dopo due anni universitari nei quali ho vissuto benissimo a Siena senza TV, non è stato bello tornare a casa in Sicilia e vedere che per i miei parenti l’uso della televisione a tavola è ancora piena consuetudine.
Le notizie che scorrono mentre si mangia seduti assieme sono sempre le stesse. Morti, corruzione, mala sanità, crisi, la tragedia familiare del momento.
Negatività su negatività.
Non di certo l’atmosfera ideale per stare con i parenti mentre si condivide un pranzo.
Se obiettivo dei telegiornali è diventato, alla stregua dei più superficiali programmi di intrattenimento, quello di fare audience (e aumentare quindi gli introiti pubblicitari) inzuppando il pane su quanto di peggio sia successo in quei giorni, anche in questo caso la mia risposta non cambia.
No, grazie.
Soluzioni
Benissimo.
Non guardo più i telegiornali. Cosa propongo di fare dunque?
La risposta è semplice e viene da una lettura molto interessante: 4 Ore alla Settimana di Tim Ferris.
Lo stesso autore definisce questa tecnica ignoranza selettiva. Il concetto è molto semplice:
Impariamo a selezionare i canali dai quali riceviamo informazioni.
Al posto di assorbire ogni informazione esterna, in preda alla “Fear of Missing Out“, la paura, cioè, di lasciarci scappare via qualcosa di importante, premiamo il tasto pausa e riflettiamo.
Poniamoci quindi delle semplici domande.
Quali sono i blog, i podcast, i notiziari, i canali social, gli autori, le letture, che producono informazioni per noi rilevanti?
Quali sono i quotidiani di settore che ci aiuteranno a muovere passi in avanti sia nella carriera che nei nostri progetti di vita?
Scremiamo le nostre feed social.
Togliamo il like da qualche pagina di troppo su Facebook.
Selezioniamo solo i canali attraverso i quali riceveremo input stimolanti e di supporto per la direzione verso cui intendiamo progredire.
Non sei ancora convinto?
Sei troppo abituato alla tua obesa mole di informazioni quotidiane?
Bene. Lascia che ti dica un’ultima cosa.
Una risorsa da gestire al meglio
La verità è questa.
La nostra attenzione è una risorsa limitata.
Lo so bene. Sarebbe bello (e anche divertente) incanalarla lungo ogni fonte disponibile e divenire una sorta di tuttologo onnisciente. Ma purtroppo non è possibile.
Se vogliamo agguantare determinati risultati, piaccia o meno, dobbiamo stabilire delle priorità.
Cominciare a dire No a quanto non ci aiuta in alcun modo a progredire verso i nostri obiettivi ci permette di liberare tempo ed energia verso quanto ci è realmente utile.
La domanda che adesso dobbiamo porci è quindi questa:
Per noi è più importante sapere minuto per minuto quanto sta accadendo dall’altra parte del mondo e su cui non abbiamo alcun margine di controllo, o invece è più importante rivolgere la nostra piena attenzione su quelle variabili che siamo in grado di controllare ora e adesso, e che ci aiuteranno veramente a progredire verso i risultati che inseguiamo?
A noi il compito di scegliere 😉
Con questo è tutto. Spero che l’articolo sia stato utile.
Un abbraccio,
Carlo
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Ciao Carlo, solitamente non scrivo mai nulla, ma non posso esimermi dal farti i miei complimenti per l’articolo.
Articolo di 3 anni fa, ma di una attualità sconcertante (hai anche parlato di Draghi) pazzesco!
Sono arrivato qui proprio perché non riesco più a seguire notizie disastrose ai tg, soffro di attacchi di panico.
È come se il mio cervello si rifiutasse di acquisire tutte queste informazioni funeste ogni giorno, è come l’hai definita tu un’ ignoranza selettiva da obesità di informazioni.
Grazie ancora per avermi aiutato a capire, complimenti ancora.
Un saluto, Antonio.
Ciao Antonio. Grazie mille per il commento. Sono felice ti possa essere servito quello che ho scritto 🙂