La vera saggezza consiste nel saper eliminare il superfluo.

Lin Yutang

Poniamoci per un attimo una semplice domanda.

Quali sono le nostre priorità nella vita?

Siamo sicuri di saperlo? 

Pensiamo a come conduciamo le nostre giornate.

Quante volte sappiamo con chiarezza ciò che è necessario fare?

Quante altre volte, invece, ci lasciamo semplicemente guidare dal flusso degli eventi, da inviti, e magari da impegni sopraggiunti all’ultimo istante?

Perché queste domande?

Te lo dico subito.

L’articolo di oggi trae ispirazione da un’ottima lettura che ho tra le mani in questo momento.

Essentialism: The Disciplined Pursuit of Less

Questo libro si distingue per un tema molto particolare.

Una disciplinata ricerca del meno.

Greg McKeown, l’autore, ci insegna ad eliminare dalla nostra vita tutto ciò che è semplice rumore di sottofondo.

Tutti quegli elementi non essenziali che assorbono parte del nostro tempo e della nostra energia.

Ci insegna quindi a fare meno cose, ma giuste.

Questo ha un profondo impatto nella nostra vita.

Al posto di tentare di progredire, con grosso affanno, di solo un millimetro in ogni direzione tentando di fare tutto, non è forse molto meglio progredire di chilometri nell’unica direzione da noi scelta?

Siamo dopotutto nell’era delle scelte, o meglio, delle troppe scelte.

La nostra epoca non si distingue per i grandi progressi tecnologici, per internet o per gli e-commerce.

Ciò che la connota maggiormente è l’incredibile aumento delle opzioni a nostra disposizione.

In un simile contesto, nel quale si è travolti dalla paura di rimanere indietro e lasciare scivolare via le occasioni, si tenta sempre di fare tutto.

Diviene sempre più importante, al contrario, discernere ciò che è essenziale da ciò che non lo è.

Posso fare di tutto, ma non posso fare tutto.

Il punto di partenza è proprio quello di avere ben chiare le nostre priorità.

Dovremmo porci domande come:

Qual è il miglior investimento che potrei fare in questo momento con la mia energia e col mio tempo?

Qual è il traguardo che sto inseguendo?

Cosa è necessario fare e cosa invece è superfluo per quello che intendo raggiungere?

Queste domande si ergono come una montagna in mezzo al deserto e indicato le nostre priorità nella vita, facendo chiarezza su ciò che è essenziale e su ciò che invece è superfluo.

Ti dirò di più.

Non stiamo troppo a titubare.

Se qualcosa non ci convince pienamente, se non l’avvertiamo subito come essenziale, se non è un “Sì” al cento per cento vorrà dire che è un chiaro “No”.

Ricordiamo che dobbiamo essere noi a scegliere e a discriminare correttamente ciò che è essenziale da ciò che non lo è.

Se non lo faremo noi saranno gli altri a farlo, prendendosi parte della nostra agenda e del nostro tempo, sfruttando anche la nostra incapacità di dire No.

È la nostra abilità di scegliere che ci rende umani.

Madeleine L’Engle

Una persona che aveva sicuramente ben chiare le proprie priorità era Stephen Covey, di cui adesso condividerò con te proprio una bella storia tratta dal libro Essentialism: The Disciplined Pursuit of Less.

Vediamola assieme 😉

Il testo originale è in inglese, qui riporto una traduzione in italiano fatta da me.

(Parla l’autore)

Una donna di nome Cynthia mi raccontò una volta la storia di quando trascorse assieme a suo padre una serata a San Francisco.

Cynthia, allora dodicenne, e il suo papà avevano pianificato quel giorno per mesi.

L’intero itinerario era stato definito nel dettaglio: lei avrebbe assistito all’ultima ora della sua presentazione, poi lo avrebbe incontrato in fondo alla sala alle quattro e mezza ed entrambi sarebbero scivolati via velocemente prima che qualcuno si avvicinasse per parlargli.

Avrebbero preso il tram per la ChinaTown, mangiato cinese (il loro preferito), acquistato souvenir, guardato un pò in giro e si sarebbero “beccati un film”, come piaceva dire a suo padre.

Avrebbero quindi preso un taxi per tornare in albergo, dove sarebbero saltati in piscina per una nuotata veloce (dopotutto suo padre era famoso per intrufolarsi in piscina quando era chiusa), avrebbero ordinato un gelato caldo tramite il servizio in camera e guardato “The Late, Late Show”.

Discussero tutto nei dettagli più e più volte prima di partire.

L’attesa stessa era parte dell’esperienza.

Tutto stava andando secondo i piani fin quando, mentre suo padre lasciava il centro congressi, incontrò un vecchio amico del college e socio in affari.

Erano passati anni da quando si erano visti l’ultima volta, e Cynthia li osservava mentre  si abbracciavano con entusiasmo.

Il suo amico disse: “Sono così felice che tu stia lavorando con la nostra compagnia ora. Quando Lois e io ne abbiamo sentito parlare, abbiamo pensato che saresti stato perfetto. Vogliamo invitarti, e naturalmente anche Cynthia, a fare una spettacolare cena a base di pesce al Wharf!

Il padre di Cynthia ha risposto:” Bob, è così bello vederti. La cena al molo suona alla grande!

Cynthia era affranta. I suoi sogni ad occhi aperti di giostre e coppe gelato erano evaporati in un istante. Inoltre, odiava i frutti di mare e lei poteva solo immaginare quanto si sarebbe annoiata ascoltando gli adulti parlare tutta la notte.

Ma poi suo padre continuò: “Ma non stanotte. Cynthia ed io abbiamo in programma una serata speciale, no?

Strizzò l’occhio a Cynthia, le prese la mano e corsero fuori dalla porta continuando quella che fu una notte indimenticabile a San Francisco.

Come detto il papà in questione era Stephen Covey, il famoso autore di Le sette regole per avere successo e il racconto giunse poche settimane dopo la sua scomparsa.

Spethen Covey era un’essenzialista, aveva ben note le sue priorità ed era in grado di dire un chiaro “No” a quanto non fosse coerente con quest’ultime.

Siamo in grado di fare lo stesso anche noi?

Sappiamo dire di No?

Sappiamo distinguere ciò che per noi è veramente essenziale da ciò che è solo rumore di fondo?

Ci leggiamo al prossimo articolo,

Un abbraccio,

Carlo