La più piccola delle azioni è sempre meglio della più nobile delle intenzioni.

Robin Sharma

Stanne certo. Questo articolo ti piacerà.

Capiremo come portare a termine tutti quei progetti personali che abbiamo sempre rimandato per mancanza di tempo. E lo faremo avvalendoci di una tecnica molto semplice:

Parlo della tecnica 90/90/1, del buon Robin Sharma.

Curioso di sapere di cosa si tratta?

Seguimi bene e ti spiegherò tutto 😉

(Qui in basso – se mastichi l’inglese – è invece lo stesso Robin a spiegartelo 😉 )

 

 

Prima di cominciare

Il primo passo, a mio avviso, è sempre quello di acquistare consapevolezza del modo in cui spendiamo il nostro tempo.

Rivolgiamo infatti per un attimo lo sguardo alla nostra routine mattutina. Notiamo qualcosa?

Viviamo nell’era del benessere istantaneo, della comodità digitale e dei servizi a portata di click.

Tutto bellissimo.

Ma viviamo anche nell’era delle distrazioni, dell’impulsività e della distrazione perenne.

Coraggio. Sai bene di cosa sto parlando.

Sta lì, proprio accanto a te 😉

Oramai siamo tutti morbosamente incollati al nostro smartphone.

Una vera e propria causa di dipendenza che ci porta a buttare via, giorno dopo giorno, ore ed ore del nostro prezioso tempo.

(Secondo una ricerca menzionata dal TheGuardian, nel corso della giornata controlliamo il nostro smartphone mediamente ogni 12 minuti. Ed il 40% di noi lo fa, dal momento in cui si sveglia al mattino, entro i primi cinque minuti della giornata)

Numeri che fanno raggelare, non è vero?

Ma dopotutto la realtà quotidiana nella quale ci muoviamo è questa.

Inseguiamo in ogni momento notifiche, likes, commenti, cuori, news scottanti, intrattenimento passivo.

Non vogliamo lasciarci sfuggire via niente. Lanciamo un’occhiata allo schermo. E poi un’altra. E poi un’altra ancora.

Una dipendenza, la nostra, pienamente paragonabile a quella dei giocatori d’azzardo.

No, non sto scherzando. Mi piacerebbe.

Ti porto invece conferme scientifiche.

Presta attenzione su quello che stiamo per vedere perché è molto importante.

 

Dopamina e smartphone

In fondo, non è forse vero che l’attesa del piacere è essa stessa il piacere?

Spot Campari

Forse hai già sentito parlare di dopamina.

Si tratta di un neurotrasmettitore che, rilasciando piacere anticipatorio (quello che in neuroscienza si chiama “wanting”), ci seduce ad agire per inseguire una ricompensa immediata.

Il sistema dopaminergico ci sprona a non stare fermi come pupazzi, ma ad esplorare l’ambiente circostante per inseguire ricompense immediate e vitali per la sopravvivenza della specie, quali ad esempio cibo e sesso.

Questo è il modo ingegnoso in cui Madre Natura ci ha progettati.

Certo. Madre Natura non aveva previsto l’avvento delle carte e dei social network, e così oggi la dopamina è anche alla base di molte nostre dipendenze quali gioco d’azzardo e smartphone.

Nel gioco d’azzardo la dopamina è rilasciata nella fase dell’incertezza, nel momento in cui, cioè, avvertiamo una possibilità di vincita.

Quello è il wanting. Quello è il piacere anticipatorio.

È proprio l’euforia della dopamina che ci spinge a mettere una nuova monetina nella slot machine o a chiedere un’altra carta al tavolo del Black Jack.

Mi segui?

Non siamo pertanto dipendenti dalla vincita in sé, ma dalla possibilità di vincita. E la dopamina, con la sua scarica euforica, ci induce a sfidare la sorte per inseguire la ricompensa.

E qui viene il bello.

Le notifiche degli smartphone sono intermittenti e mai scontate. Proprio come nel gioco d’azzardo.

Spinti dal rush euforico della dopamina – sedotti dal wanting e dal desiderio – anche noi tentiamo continuamente un nuovo colpo, una nuova occhiata allo smartphone alla ricerca della ricompensa immediata: il like, il commento, il cuoricino, il nuovo post divertente che produrrà in noi un momentaneo ed effimero piacere.

“Vediamo se c’è qualcosa di nuovo”

“Controllo un attimo se mi ha risposto”

“Wow qualcuno mi cerca, vediamo chi è”

Questo è quello che ci passa per la testa ogni volta che, quasi come zombie, estraiamo senza nemmeno accorgercene lo smartphone dalla tasca.

In quel momento è la dopamina che ci spinge ad agire.

E sai che c’è?

In Silicon Valley non sono dopotutto mica fessi. Anzi, sono ben consci di questi meccanismi dopaminergici e li sfruttano per monopolizzare la nostra attenzione (e aumentare i loro profitti).

Giochini colorati, notifiche seducenti e ben intervallate nel tempo, app sgargianti.

Ogni strumento è buono per catturare la nostra mente, la nostra attenzione e il nostro tempo.

Ma la nostra attenzione non è un pozzo senza fondo. Al contrario è una risorsa limitata che va ben gestita.

E qui arriviamo finalmente alla sfida 90-90-1 😉

 

La sfida 90/90/1 di Robin Sharma

Lo avrai capito.

Abbiamo bisogno di una cosa sola per cominciare a lavorare su quei progetti che abbiamo sempre rinviato.

Dobbiamo imparare a focalizzare la nostra attenzione e resistere alle distrazioni.

E la tecnica 90-90-1 di Robin Sharma ci aiuta enormemente in questo.

Ma come si applica questa tecnica?

È molto semplice e te lo spiego subito.

Per i prossimi novanta giorni, per i primi novanta minuti della nostra giornata, impegniamoci su una sola attività per noi importante e prioritaria.

Tutto qui.

Semplice però non vuole dire facile, e non tutti riescono a mantenere una simile abitudine nel corso dei novanta giorni (molti di noi, a dire la verità, demordono dopo nemmeno una settimana).

Se ci lamentiamo dei risultati ordinari della nostra vita è forse però arrivato il momento di spendere meglio il nostro tempo.

Parlo di impiegare i primi minuti della giornata su qualcosa che vada ben oltre Instagram o Facebook.

O magari, ancora, ascoltando telegiornali che – per quanto “interessanti” possano essere news e cronaca – ben poco hanno a che vedere con le nostre personali priorità.

Tutti questi elementi, ai quali rivolgiamo il nostro focus come prima cosa appena svegli, erodono (nel momento di  maggiore energia e creatività della giornata) la nostra attenzione, sottraendola a quanto sia davvero importante.

La soluzione è quindi una.

Costruiamo un piccolo contenitore temporale all’interno del quale dedicare i nostri momenti di maggiore focus su quel singolo compito per noi importante e prioritario.

 

 

La mia sfida 90-90-1

Lo abbiamo visto.

La sfida è molto semplice.

Per i primi novanta minuti, per i prossimi novanta giorni, allontaniamo il nostro telefono e creiamo una bolla temporale nella quale non esistono interruzioni.

Se conquistata questa tecnica ci permetterà di dare vita concreta alle nostre idee.

Ed è infatti proprio grazie a questa tecnica che ho cominciato a leggere costantemente, a studiare la crescita personale, e a sviluppare questo blog.

Una tecnica cui ricorro nuovamente ogni volta che capisco che le mie priorità stanno scivolando indietro in balìa delle distrazioni.

  • Ancora prima della tesi
  • Ancora prima delle lezioni
  • Ancora prima del lavoro
  • Ancora prima del cazzeggio e delle notifiche su Instagram

La mia bolla temporale di 90 minuti è puntualmente destinata allo studio ed alla produzione di contenuti di valore per i lettori di questo blog.

E tu?

Qual è la priorità sulla quale vorresti applicare questa tecnica?

Sei realmente determinato a mantenerla nel corso dei novanta giorni?

Sarai in grado di lasciare perdere lo smartphone al mattino ed applicarti sul tuo lavoro?

Il mio migliore in bocca al lupo.

Ci leggiamo nel prossimo articolo,

Carlo

 

Libri consigliati da Carlo. Ho selezionato in questa pagina le letture che più mi hanno ispirato e supportato nel raggiungere i miei obiettivi di vita. Saranno di aiuto anche a te

Kindle Unlimited. 30 giorni in prova gratuita. Lo uso e lo consiglio

Amazon Prime Video. Film e serie TV per rilassarci dopo una giornata produttiva. I primi 30 giorni sono in prova gratuita