Il cambiamento inizia alla fine della tua zona di comfort.

Roy T. Bennett

Ebbene sì.

Oggi vorrei coglierti un po’ di sorpresa: tratteremo un argomento insolito per questo blog.

Ti sembrerà infatti strano ma oggi parleremo di pattinaggio su ghiaccio.

Fidati di me e continua a leggere, questo post ti piacerà 😉

 

Partiamo dall’inizio

Con l’arrivo dell’inverno, anche qui a Bucarest – splendida città in cui sto svolgendo il mio secondo Erasmus – sono state attrezzate ampie piste di pattinaggio su ghiaccio.

Una è stata montata proprio all’interno del meraviglioso Parcul Cismigiu, proprio di fronte casa mia.

Ovviamente non mi sono lasciato sfuggire l’occasione e, con i miei coinquilini, ho deciso di provare 😉

Sia ben chiaro.

Da bravo palermitano non avvezzo alle discipline invernali per me è stata in assoluto la prima esperienza.

Indossate le scarpe e sceso in pista sono infatti cominciate la danze: il mio è stato un drammatico susseguirsi di scivoloni fantozziani e mortificanti stramazzamenti a terra.

Ma sai che c’è?

Non mi sono perso di coraggio e dopo una buona mezz’oretta sono riuscito a dominare i fondamentali. Sono arrivato a mantenere il minimo equilibrio e a muovere le prime vere pedate.

Dopo un’altra mezz’oretta ho trovato addirittura il coraggio di lanciarmi al centro della pista.

Ogni minuto di esperienza era un minuto di perfezionamento e di maggiore sicurezza in me stesso.

“Bravo Carlè, vuoi fatti gli applausi? Ma chemmenefrega a me?”

Proprio durante i miei primi comici tentativi sulla pista ghiacciata mi sono guardato attorno ed ho prestato maggiore attenzione a chi in quel momento condivideva la pista con me.

E ho riflettuto 😉

 

Tre categorie

Ho capito questo.

Fondamentalmente su una pista di pattinaggio possiamo individuare tre categorie di persone:

  1. I danzatori. Sono quelli che vantano oramai alle spalle anni di esperienza in pista. Li riconosciamo subito: sono quelli che si muovono con sicurezza, velocità e disinvoltura.
  2. Gli impauriti. Quelli che rimangono aggrappati alla ringhiera, la loro zona di comfort e ancora di salvezza dalla quale non li sposti nemmeno a pagarli.
  3. Chi ci prova. La terza categoria. La mia preferita. La categoria di chi è un principiante, ed è consapevole di andare incontro ad inevitabili (e comiche) cadute iniziali, ma non per questo si nasconde. Anzi. Decide di mettersi in gioco 😉

Perché ti sto dicendo tutto questo ti starai chiedendo.

Semplice.

Perché al di fuori della pista, nella vita reale, anche noi apparteniamo ad una di queste tre categorie.

Quelle due orette scarse su una pista di pattinaggio sono state per me una perfetta metafora della nostra vita di tutti i giorni.

E ora ti spiego subito come.

 

I danzatori

Un vincitore è un sognatore che non si è mai arreso.

Nelson Mandela

In primo luogo ci sono gli esperti, o i danzatori come li ho chiamati io.

Anche loro sono stati principianti e – sì – anche loro hanno patito dolorose sconfitte e pesanti momenti di sconforto.

Ma sai che c’è?

Non si sono persi d’animo.

Dopo ogni caduta hanno riflettuto, corretto i propri errori e guadagnato in consapevolezza.

Forti di nuova esperienza hanno quindi continuato ad inseguire con forza di volontà i propri sogni arrivando a raccogliere, dopo tante cadute, i frutti del proprio impegno.

Il risultato?

Oggi si muovono con disinvoltura, con leggiadria, come dei danzatori appunto, in quelle aree della vita (sport, carriera, business, investimenti, ecc.) che hanno desiderato dominare.

 

Gli impauriti

La paura non ha mai portato nessuno alla vetta.

Publilio Siro, Sentenze

La seconda categoria è quella degli impauriti.

Di chi non ha esperienza e mai ne avrà.

Di chi vorrebbe ma ha troppa paura di agire.

Gli impauriti guardano con ammirazione chi si muove agilmente sulla pista, ma, dal canto loro, non trovano il minimo coraggio per provare.

Se si lanciano in pista, mollano comunque la presa subito dopo la prima caduta, lamentandosi che quella particolare cosa non fa per loro.

Inutile dire che è la categoria nella quale purtroppo oggi ricade la maggior parte di noi.

Abbiamo paura di abbandonare la nostra ringhiera, la nostra zona di comfort.

Sappiamo bene che qualora ci spostassimo dalla sicurezza della ringhiera andremmo incontro a probabili ed umilianti sconfitte iniziali.

E questo ci spaventa terribilmente.

Vogliamo sin dall’inizio garanzia di successo. Vogliamo preservare il nostro ego dall’onta di possibili brutte figure.

Immaginiamo i peggiori scenari possibili e ci lasciamo bloccare dalla paura del giudizio altrui.

Lasciamo infine che prevalga il timore di non farcela e desistiamo persino dal provare.

 

Chi ci prova

Il successo è l’abilità di passare da un fallimento all’altro senza perdere l’entusiasmo.

Winston Churchill

L’ultima categoria. La mia preferita.

Qui si trovano i pochi che osano.

I pochi che accettano la sfida e che abbandonano la sicurezza della ringhiera.

Qui si trovano quelli che hanno il coraggio di inseguire i propri sogni.

Sono i pochi che intraprendono il loro personale cammino di crescita pur essendo consapevoli degli ostacoli, delle cadute, delle critiche e delle sconfitte che li attendono.

Non si scoraggiano e non si arrendono ma al contrario sanno bene che ogni scivolone sarà solo una preziosa esperienza di vita.

Un’occasione per rialzarsi immediatamente e provare ancora, provare meglio.

Ogni fallimento è solo un passo in avanti verso i propri sogni.

I pochi che osano oggi sono i futuri danzatori di domani.

 

Conclusioni

Spero dunque quest’articolo abbia fatto riflettere.

Spero anche abbia aiutato a comprendere quanto sia importante per noi abbandonare i confini della nostra zona di comfort.

Non otterremo infatti mai niente di straordinario facendo cose ordinariamente (e comodamente) alla portata di tutti.

Noi ci leggiamo al prossimo articolo.

Un abbraccio,

Carlo

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